Aeroporto – Il Comune di Parma non esclude allungamento pista

Ottolini: “La risposta dell’amministrazione all’interrogazione di Europa Verde non smentisce quanto dichiarato dall’assessore regionale Corsini su un possibile accordo tra Regione e Comune per allungare la pista a 2.600 metri”

Il Comune esclude che sarà realizzata una pista di 3.000 metri, ma non smentisce le dichiarazioni dell’assessore regionale Corsini in merito ad un possibile accordo con la Regione e Sogeap per allungare la pista fino a 2.600 metri. Questa, in sintesi, la risposta degli assessori comunali Vernizzi e Borghi ad una mia interrogazione per il gruppo Europa Verde-Possibile

Con l’interrogazione abbiamo espressamente chiesto se l’amministrazione comunale si impegnava a mantenere in tutte le sedi il proprio parere negativo all’allungamento della pista, in coerenza con l’impegno preso dal Sindaco in campagna elettorale e ribadito anche in Consiglio comunale, ma in nessuna parte della risposta scritta questo impegno viene confermato. La questione posta viene di fatto elusa.

Gli assessori scrivono che il Comune “si farà parte attiva per garantire la funzionalità e operatività di questa importante infrastruttura nel pieno rispetto delle esigenze della collettività, del pubblico interesse e della tutela ecologico-ambientale del nostro territorio”. Ma la funzionalità e operatività dell’aeroporto per i voli passeggeri è già ampiamente garantita dalla pista attuale: il problema è la gestione e l’offerta di voli, non certo la pista, ben più lunga ad esempio di quella di Firenze che nel 2022 ha visto il transito di 2,2 milioni di passeggeri contro i 110.000 del Verdi.

Ne deduciamo quindi che quanto dichiarato e scritto dall’assessore regionale Corsini è vero e che non si esclude quindi un accordo per allungare la pista: non sono più i 2.880 metri di progetto ma si tratta in ogni caso di un allungamento di 400 metri che non può avere altro fine se non quello di fare atterrare voli cargo riducendo le interferenze e i costi connessi con la chiusura di Viale delle Esposizioni e l’interramento della linea di alta tensione, mai conteggiati nel business plan originario

Ci domandiamo come questa conversione cargo dell’aeroporto possa andare nella direzione “del pubblico interesse e della tutela ecologico-ambientale del territorio”. Come si concili questo progetto con l’obiettivo assunto a livello europeo per diventare città climaticamente neutra al 2030. E come si possa pensare, dopo il disastro che ha colpito la Romagna, di cementificare altro suolo in un’area a rischio idrologico, tra l’altro senza prevedere nel progetto adeguate misure di invarianza idraulica, come evidenziato nelle osservazioni alla Valutazione di Impatto Ambientale di No Cargo, Legambiente e WWF.

Davvero il Sindaco vuole venire meno all’impegno preso con i cittadini che lo hanno votato? Davvero pensa che la vocazione della tanto decantata Food Valley sia trasformarla in un hub cargo con poli logistici sparsi per tutto il territorio?

Noi non ci vogliamo credere, ma chiediamo atti concreti. E il primo atto da fare, come propone anche l’associazione No Cargo con una petizione, è impegnarsi con la Regione per dirottare i 12 milioni di euro stanziati per l’allungamento della pista dell’aeroporto al ripristino delle tante infrastrutture distrutte dall’alluvione della Romagna. Un atto di solidarietà doveroso che andrebbe a vantaggio di entrambi i territori.