Il Consiglio comunale ha deciso: la biodiversità entra nello Statuto, aggiungendo l’articolo 4 bis: “Il Comune opera per garantire la tutela della biodiversità, intesa come variabilità tra gli organismi viventi di ogni origine, tra gli ecosistemi terrestri, gli ecosistemi acquatici ed i complessi ecologici di cui fanno parte, includendo anche la diversità nell’ambito di ciascuna specie, tra le specie e gli ecosistemi.”

Il percorso è stato meno facile del previsto, un po’ per la concomitanza con un’altra modifica dello Statuto, un po’ per la costante ostilità di tutta la minoranza. Così la modifica è passata con i voti di tutta la maggioranza e quello di Europa Verde – Verdi – Possibile. Contrarie tutte le forze tradizionalmente della destra, oltre ad Azione e Civiltà Parmigiana. Insomma, chi pensava che a trentadue anni dalla Convenzione internazionale sulla biodiversità, dopo l’inserimento in Costituzione e sulla base di un ampio riconoscimento del tema in vari settori della società (compresi quelli dell’economia e della finanza), questo passaggio politico fosse una formalità, si sbagliava. Penso tuttavia che in questo caso il voto del Consiglio comunale rappresenti al meglio la città e i suoi valori, basati anche sull’eredità di tanti anni di ricerca scientifica.

Ma prima delle delibere, le due interrogazioni. La prima sui dossi artificiali e altri interventi di sicurezza stradale annunciati dal Comune e poi quella del gruppo Europa Verde – Verdi – Possibile sulle aree appartenenti alla Zona Logistica Semplificata del porto di La Spezia. L’interrogazione nasce dalla notizia appresa dalla stampa di un accordo tra Regione Emilia-Romagna e Regione Liguria, che individua alcune aree, di cui due nel comune di Parma, da destinare alla logistica nella funzione di “retroporto” di La Spezia. Si tratta dell’area di via Paradigna, la cui variante fu sciaguratamente votata dal Consiglio comunale nel novembre 2022, ovviamente con il voto contrario di Europa Verde, e dell’altra area urbanizzata, sempre in zona SPIP, nei pressi dell’ecomostruoso parcheggio multipiano. Per questa seconda area è necessaria una ripianificazione, quindi un nuovo passaggio nel Consiglio comunale. L’assessora Vernizzi ha risposto in sostanza che, trattandosi di un’area già destinata a logistica e di un’area già urbanizzata, l’accordo non aggiunge nulla di sostanziale. Per Europa Verde invece, la decisione di diventare il retroporto di La Spezia dovrebbe essere discussa prima di destinare le aree e non dopo, come è stato fatto. Dovrebbero essere valutate attentamente le ricadute di tipo ambientale, urbanistico, sociale ed occupazionale. Invece di questo in Consiglio non si è mai parlato, nemmeno in occasione dell’approvazione dell’area logistica di via Paradigna. E di “retroporto” non si parla nemmeno nel PUG assunto dalla Giunta.

Le comunicazioni hanno dato spazio alla commemorazione di Giacomo Matteotti, nel centenario della morte, con la lettura a staffetta del suo ultimo discorso al Parlamento. E al sottoscritto è stata lasciata la commemorazione del Prof. Ireneo Ferrari, a pochi giorni dalla scomparsa. Poi le altre comunicazioni su: esposizione della bandiera palestinese sul palazzo del Comune, qualità della vita e sicurezza, vendite promozionali degli esercizi commerciali che vendono abbigliamento, calzature, biancheria intima, accessori di abbigliamento, organizzazione delle elezioni dell’8-9 giugno, sicurezza.

Tra le delibere oltre a quella già raccontata sulla biodiversità, abbiamo approvato (voto favorevole di Europa Verde) l’acquisizione di servitù di pubblico passaggio per un nuovo accesso alla Casa nel Parco, a San Leonardo.

Poi la discussione e il voto finale sul tormentatissimo nuovo regolamento degli strumenti e degli istituti di partecipazione del Comune di Parma: in pratica la soppressione dei Consigli dei Cittadini Volontari e l’istituzione del Laboratori di Quartiere. La votazione è stata piuttosto complessa, in quanto si trattava di decidere sulla modifica dello statuto, sugli emendamenti al regolamento e sul regolamento stesso. Non solo, le divisioni interne alla maggioranza e l’assenza determinante di un certo numero di consiglieri del PD hanno messo seriamente a rischio l’approvazione dello statuto. Europa Verde si è presentata, fin dalle precedenti votazioni, con due proposte migliorative: il mantenimento del referendum senza quorum e la chiara attribuzione di un ruolo relativo a tutti i piani, i programmi ed i progetti riguardanti i quartieri ai nuovi organismi di partecipazione. Il contesto politico ci ha consentito di vedere approvati quegli emendamenti. Non solo, ne è stato approvato anche uno che impegna il Comune a destinare ai Laboratori una parte del bilancio. Avendo salvato il referendum e attribuito più potere ai Laboratori, il voto finale di Europa Verde è stato favorevole.