Non è passata, ma è rinviata a uno dei prossimi Consigli comunali la proposta di inserire la biodiversità tra i valori e i principi dello Statuto. Il voto favorevole di tutta la maggioranza e di Europa Verde non è bastato a raggiungere i due terzi, necessari al primo voto, vista l’astensione di tutti gli altri consiglieri di minoranza. La politica non è stata all’altezza di una città che di fatto considera la ricchezza biologica un valore fondamentale. Basti pensare all’intenso lavoro scientifico di decenni della nostra Università, all’attività di tante associazioni e ai tanti progetti realizzati e in corso per conoscere, tutelare e diffondere il concetto di biodiversità. Il tutto si scontra con un Consiglio comunale incapace di fare propria questa ricchezza. Fratelli d’Italia ha motivato il suo dissenso con l’armamentario che conosciamo: contrapposizione netta tra uomo e natura, ostilità a qualsiasi idea di limite allo sfruttamento delle risorse naturali, negazionismo del cambiamento climatico e dei suoi effetti (tranne quelli positivi per la biodiversità!) e accuse di dogmatismo a buona parte del mondo scientifico. La Lega ha espresso la preoccupazione che una volta inserita la biodiversità nello Statuto, il Comune faccia il furbo e smetta di tagliare l’erba. Un particolare che era sfuggito a chi approvò la formulazione proposta, in occasione del Vertice sulla Terra del 1992 a Rio de Janeiro.
Il Consiglio è cominciato con le interrogazioni sull’area verde di limitazione al traffico, sul trasferimento degli ambulanti del mercato della Ghiaia causa lavori di ristrutturazione del Palazzo dell’Agricoltore e sul nuovo piano sosta. Su quest’ultimo due interrogazioni, una della minoranza ed una della maggioranza, entrambe critiche su limitazioni considerate eccessive.
Europa Verde ha presentato un’interrogazione sul ritardo degli sfalci per favorire l’impollinazione, la biodiversità e la bellezza. Un’iniziativa che Europa Verde sostiene nelle intenzioni, ma critica per la carenza di comunicazione (nessun cartello, nessuna mappa con individuazione delle aree, nessuna iniziativa in preparazione) e per la pessima gestione generale degli sfalci, che non aveva nulla a che fare con il progetto “prati fioriti”, ma di fatto così è stata interpretata da buona parte della cittadinanza, più o meno in buona fede. Serve una gestione rigorosa del verde pubblico. Poi le polemiche sui ritardi degli sfalci, anche se ben fatti, ci saranno comunque, ma saranno espressione di quella cultura biofobica da superare, per cui le aree verdi dovrebbero essere trattate come luoghi asettici, del tutto omogenei ed innaturali.
Anche nelle comunicazioni abbiamo ritrovato il piano sosta (con una sollecitazione da parte di Europa Verde a convocare la commissione già richiesta e colpevolmente non ancora programmata) e la manutenzione delle aree verdi. Insieme a: il reale al femminile e le storture comunicative su CIBUS, la mobilità cittadina durante Cibus, le emergenze sociali nel Comune di Parma, il bando centri estivi disabili, il ricordo dell’80mo anniversario dei bombardamenti su Parma del 13 maggio 1944, l’ergastolano in semilibertà che getta acido alla compagna e poi l’accoltella a Mezzani e una Parma per Tutte le Età: Innovare per un Invecchiamento Attivo e Dignitoso.
Infine le delibere. Ho già detto di quella sulla biodiversità. Le altre due riguardavano il tormentato regolamento su strumenti e gli istituti di partecipazione del Comune di Parma, e le relative modifiche allo Statuto.
Sul regolamento Europa Verde ha presentato due emendamenti. Un emendamento chiede di ripristinare il referendum senza quorum, almeno per quello consultivo e quello propositivo. La proposta della Giunta infatti, toglierebbe questa specifica dallo Statuto, per prevedere poi la necessaria partecipazione della maggioranza degli aventi diritto, per considerare valido i referendum. Per Europa Verde si tratta di un grave arretramento rispetto alla partecipazione. Semmai bisognerebbe fare il contrario ed abbassare, ad esempio, il numero delle firme, dal momento che negli ultimi dieci anni il referendum non è mai stato usato a Parma e quasi mai si riesce a raggiungere il quorum a livello nazionale. Inoltre, un’amministrazione che è stata eletta con il voto del 39% degli aventi diritto al ballottaggio, come fa a chiedere oltre il 50% per un referendum?
L’altro emendamento viene dall’ascolto di chi in questi dieci anni ha fatto parte dei Consigli dei Cittadini Volontari e riporta la fatica derivante da una scarsa considerazione da parte dell’Amministrazione e, di conseguenza, dei cittadini. La proposta è di rafforzare i nuovi organismi di partecipazione (i laboratori di quartiere) con una norma che impegni l’amministrazione ed in particolare l’Ufficio Partecipazione ad informare i laboratori di tutti i processi decisionali riguardanti progetti, programmi e piani che interessino il quartiere.
Gli emendamenti non sono arrivati ad essere votati, in quanto le modifiche allo Statuto non hanno raggiunto il numero di voti corrispondenti alla maggioranza qualificata dei due terzi. Europa Verde ha annunciato la propria astensione, in considerazione della modifica sul referendum, che non approviamo.