La ricetta del Comune di Parma per la salute? Più cemento e meno verde! Oggi il Consiglio comunale ha trovato ancora una volta un’ottima scusa, rafforzata da motivazioni sociali di altissimo profilo e da sacrosanti obiettivi di carattere sanitario, per cementificare definitivamente il suolo libero e vivo di un’area verde urbana. Mi riferisco all’ampliamento del polo sanitario di via Verona a San Leonardo, quartiere che peraltro di aree verdi non ne ha così tante. Perderemo altri 1.100 mq di verde, riducendo quasi a metà il Parco dei Vecchi Mulini.
Nessuno sforzo per limitare il consumo di suolo sviluppando in altezza il progetto, che consta del solo piano terra, nessuna compensazione, nessuna idea di rigenerazione di edifici esistenti e nessun potenziamento del trasporto pubblico per quello che è destinato a diventare un ulteriore generatore di traffico. Anche nel quartiere molti avevano già espresso un parere negativo, dal momento che questo progetto non risponde neppure al problema della mancanza di una casa della salute, che per il San Leonardo resta in via Fratti. Solo Europa Verde ha espresso un voto contrario, non all’idea di una casa di comunità al San Leonardo, ma al progetto ed alla sua collocazione nel posto sbagliato.
Il Consiglio comunale si è aperto con le interrogazioni su: installazione cartelloni pubblicitari sulla ciclabile in via Zarotto, abbattimento Prunus in via Domenico Maria Villa, lavori alla Villetta nei giorni dei defunti, riserva di una quota di alloggi di edilizia residenziale pubblica per il personale in servizio nelle forze dell’ordine.
Le comunicazioni hanno dato un certo spazio a due temi di particolare rilievo: la ricorrenza della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, con l’intervento di tre realtà cittadine impegnate sul tema (Centro antiviolenza, Casa delle Donne e Maschi che s’immischiano) e la designazione di Parma come Capitale europea dei Giovani 2027.
Europa Verde ha sentito il dovere di portare in consiglio comunale la tragica vicenda di Hasan Khan: un giovane lavoratore che ha perso la vita investito dal treno sulla linea Parma-Brescia, mentre tornava da un turno di dieci ore di lavoro in una ditta della logistica. Qui il testo della comunicazione.
La fase delle delibere si è aperta con la presentazione, senza discussione, del Documento Unico di Programmazione (Dup) 2025-2027, Bilancio di Previsione Finanziario 2025-2027. Avremo tempo d parlarne, visto che sarà oggetto di due commissioni e di due Consigli comunali a dicembre.
Ho votato contro l’ultima variazione di bilancio, che cancella la sistemazione dell’area verde di via Milano, la ciclabile di Alberi, la ciclabile da San Pancrazio a Decathlon, il ponte ciclopedonale per l’attraversamento della tangenziale fra via La Spezia e via Pontasso, gli interventi di miglioramento dei parcheggi scambiatori Nord e Sud ed altri interventi utili, mentre si limita a spostare al 2025 i fondi per la realizzazione del prolungamento di via Franklin, che porterà altro asfalto sulla campagna tra Parma e Sorbolo.
Ho votato a favore delle seguenti delibere: la modifica degli elenchi degli immobili affidati in concessione a Parma Infrastrutture s.p.a., con la retrocessione totale dell’immobile Serre di Maria Luigia – ex Serre Petitot, destinato ad essere riaperte con un progetto dell’Ordine degli Architetti, la permuta di aree a Vicofertile per la realizzazione di una cassa d’espansione del cavo Maretto, la posa di serbatoi all’interno dello stabilimento Chiesi Farmaceutici s.p.a. di via San Leonardo 96, in deroga alla distanza minima dal confine con strada pubblica, l’aggiornamento delle aree non servite dalla rete di distribuzione del gas metano al fine di consentire l’accesso ai cittadini ivi residenti alle agevolazioni fiscali previste dalla legge n. 448/1998, le modifiche al regolamento per l’accesso ai servizi per la prima infanzia (0/3 anni), ai servizi per l’infanzia (3/6 anni), ai servizi integrativi e sperimentali (0/3anni) e ai servizi estivi.
Ho votato a favore anche dell’uscita del Comune di Parma da So.Ge.A.P., la società che gestisce l’aeroporto G. Verdi di Parma e che dal 1987 ad oggi ha accumulato 82 milioni di perdite. Rispetto ai toni drammatici, tesi ma nel contempo carichi di aspettative di un anno fa in Consiglio comunale, quando sciaguratamente fu approvata la variante urbanistica funzionale al Piano di Sviluppo Aeroportuale finanziato con i 12 milioni del fondo di sviluppo e coesione, l’atmosfera di oggi era così mesta, da far pensare che si parlasse d’altro. Ho tracciato per sommi capi la storia fallimentare di un aeroporto che ha funzionato solo in un certo immaginario parmigiano, ma che di fatto è passato dall’acquisizione da parte della Meinl Bank, implicata in frodi gigantesche, corruzione e riciclaggio di denaro, al salvataggio con 8,5 milioni sottratti al capitale della Gazzetta di Parma, poi entrata in crisi, alla presentazione di un PSA basato su uno studio di KPMG, che nessuno ha mai avuto la possibilità di vedere. Pur nel polverone dichiarazioni ed iniziative del tutto incoerenti (il rilancio dell’aviazione turistica, l’obiettivo di 700.000 passeggeri/anno, la scuola per piloti, ecc.) l’unica ipotesi reale oggi sul tavolo è il progetto cargo (allungamento della pista e strutture per le merci) approvato in conferenza dei servizi. Un iter di cui abbiamo perso le tracce, non avendo saputo più nulla da oltre un anno: progetto esecutivo, accordo territoriale, scadenze…