4. CLIMA ED ENERGIA

IL PROGRAMMA

4. CLIMA ED ENERGIA

La guerra in Ucraina ha fatto capire quanto sia fondamentale l’autonomia energetica e quanto caro paghiamo il nostro ritardo sulle fonti rinnovabili. Ma c’è un costo ancora più alto per la nostra dipendenza dai combustibili fossili, che riguarda tutti, ed è l’emergenza climatica. La Scienza ci dice che non c’è più tempo da perdere se vogliamo evitare la catastrofe. Bisogna agire subito a tutti livelli per ridurre le emissioni climalteranti e affrancarsi dai combustibili fossili.

Recentemente, il Comune di Parma è stato selezionato dalla Commissione Europea tra le città della UE che parteciperanno alla Missione 100 città intelligenti a impatto climatico zero entro il 2030. Questa selezione, che salutiamo con favore, non è però un premio per quanto fatto finora, bensì un impegno per l’amministrazione comunale a mettere in campo azioni innovative e promuovere investimenti in tutti i settori, dai trasporti, al residenziale, al terziario, al produttivo per raggiungere già nel 2030 la neutralità climatica dell’intero sistema cittadino.

Significa di fatto più che raddoppiare l’ambizione degli obiettivi del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC), approvato dal Comune nemmeno un anno fa, che prevedeva di ridurre le emissioni del 46% al 2030. A fronte di questo rilancio, che non possiamo che condividere, l’amministrazione uscente ha però fatto ben poco nei due mandati per raggiungere gli obiettivi climatici, anzi, spesso ha sostenuto e promosso progetti infrastrutturali, come l’aeroporto Cargo, che vanno in direzione diametralmente opposta.

Sul fronte dello sviluppo delle fonti rinnovabili, in 10 anni il Comune è rimasto sostanzialmente al palo. Su quello della riduzione dei consumi di energia e dell’efficienza energetica, fatta salva la conversione a led dell’illuminazione pubblica, non si ricordano azioni ed investimenti particolarmente incisivi. Poco o nulla si è visto per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici. Il Comune ha poi cercato di disfarsi dell’Agenzia Territoriale per l’Energia e la Sostenibilità (ATES) che rappresenta invece uno strumento fondamentale per accompagnare la transizione energetica e climatica.

Per provare a raggiungere lo sfidante obiettivo della neutralità climatica al 2030 e non perdere le opportunità di finanziamento previste dalla CE, serve un deciso cambio di passo rispetto alle politiche attuate finora, anzi, c’è bisogno di una vera e propria rivoluzione in tutti i settori, non solo quelli gestiti dal Comune, che deve essere portata avanti con il concorso fondamentale dei cittadini e delle imprese del territorio comunale.

Le nostre proposte che si integrano con quelle dei petali 2,3 e 5:

  • Un Comune solare: va promossa e favorita sotto ogni forma l’installazione di impianti fotovoltaici su tutte le coperture idonee, sia pubbliche che private, su superfici già impermeabilizzate come i parcheggi, a cominciare da quelli scambiatori e delle Fiere, con pensiline che contribuiscono anche all’ombreggiamento, e in aree di cava e in zone dismesse. Entro il 2030 l’Amministrazione comunale deve puntare ad avere una produzione da FV pari o superiore ai propri consumi e fare in modo che l’obiettivo sia raggiunto anche dalle società partecipate e dagli altri enti pubblici a cominciare dall’Azienda Ospedaliera e Sanitaria e dall’Università, che può contribuire con le sue competenze e fare del Campus un modello di innovazione e sostenibilità a inquinamento ed emissioni zero.
  • Efficienza energetica negli edifici: con l’esaurirsi dell’ecobonus 110% non deve rallentare l’azione per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente. Il Comune dovrà semplificare le procedure, attivare propri incentivi e, attraverso ATES, fungere da consulente e facilitatore per permettere alle famiglie e agli amministratori condominiali di sfruttare al meglio gli incentivi statali e di accedere a finanziamenti e fondi di garanzia; tutti gli edifici di nuova costruzione od oggetto di ristrutturazione profonda dovranno essere ad emissioni zero, anticipando l’obiettivo al 2030 della direttiva europea; va tolto qualsiasi obbligo di allaccio al teleriscaldamento e data possibilità di recedere dal servizio per le case ad emissioni zero o in classe A;
  • Mobilità elettrica: attuare entro il mandato la conversione elettrica del parco mezzi degli enti pubblici; adottare adeguati strumenti di incentivo e di regolazione del traffico per promuovere, in ambito urbano, l’uso dei veicoli elettrici sia per il trasporto delle persone che delle merci; rafforzare l’infrastrutturazione di ricarica pubblica, aziendale e condominiale attivando accordi con gli operatori di mercato per garantire l’erogazione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili;
  • Edifici pubblici a consumo zero: di concerto con la Provincia e con ACER, reperire finanziamenti europei, nazionali e regionali per rendere, entro il 2030, tutte le scuole, gli impianti sportivi e gli immobili per edilizia residenziale pubblica strutture a consumo energetico ed emissioni zero.
  • Comunità energetiche: attraverso ATES va promossa e favorita la costituzione di comunità energetiche fra famiglie, associazioni ed imprese per l’autoconsumo distribuito dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici condivisi;
  • Agroenergie: il PNRR destina oltre 4,5 miliardi di euro alle aziende agricole per biometano, agri-voltaico e fotovoltaico su fabbricati rurali. Il Comune, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria agricole, di ARPAE, di ATES deve impegnarsi per facilitare i procedimenti autorizzativi e fare in modo che tali opportunità di finanziamento siano pienamente colte con l’obiettivo di rendere il comparto agricolo comunale autosufficiente sul piano energetico;
  • Sequestro del carbonio: per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2030 parte delle emissioni dovranno essere compensate attraverso azioni di sequestro del carbonio. In ambito agricolo, il Comune può promuovere, in collaborazione con Regione, Università e Azienda Agraria Sperimentale Stuard, la diffusione di pratiche di carbon farming e l’adozione di sistemi di scambio di credito di carbonio; in ambito urbano e periurbano vanno estesi gli interventi di riforestazione urbana avviati con il Consorzio del Kilometro verde. Il Comune deve inoltre incentivare negli interventi edilizi l’utilizzo di materiali della bio-edilizia.
  • Biometano da rifiuti organici: attivare accordo di fornitura con IREN affinché la quota parte di biometano prodotto con i rifiuti organici di Parma nel nuovo impianto in costruzione a Reggio sia utilizzata per alimentare i veicoli non elettrici delle linee extra-urbane TEP o in alternativa le centrali termiche del teleriscaldamento, abbattendo anche i costi per le utenze domestiche;
  • Strategia di adattamento: ogni intervento di rigenerazione e riqualificazione urbana dovrà essere progettato in coerenza con la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici e prevedere la riduzione delle superfici impermeabili (de-sealing) e l’incremento della infrastruttura a verde (petali 2 e 5) assicurando anche l’invarianza idraulica e di emissioni;
  • Agenzia per l’Energia: l’Agenzia Territoriale per l’Energia e la Sostenibilità (ATES) rappresenta uno strumento fondamentale per guidare la transizione energetica e climatica fornendo supporto e consulenza, oltre che agli enti pubblici, alle famiglie, agli amministratori condominiali, ai professionisti, alle imprese. Per tale motivo occorre rafforzare la dotazione di personale e allargare la compagine sociale a tutti i Comuni della provincia e alla stessa Amministrazione Provinciale

Assessorato alla sostenibilità e al clima: creazione di un assessorato e di una struttura tecnico-amministrativa dedicata per le politiche climatiche, energetiche e della sostenibilità che garantisca coerenza ed integrazione degli investimenti e degli interventi in tutti i settori di competenza dell’amministrazione

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