7. INCLUSIONE SOCIALE – CASA – LOTTA ALLA POVERTÀ

IL PROGRAMMA

7. INCLUSIONE SOCIALE – CASA – LOTTA ALLA POVERTÀ

La pandemia, con l’isolamento e la crisi economica che ne sono conseguiti, e, da ultimo, le incertezze e il caro dei prezzi di energia e alimenti generati dalla guerra in Ucraina, hanno acuito le situazioni di povertà e di fragilità sociale e fatto crescere il numero di persone e di famiglie con bisogni di sostegno, accompagnamento e assistenza.

L’ultimo rapporto della Caritas sulla povertà a Parma, che fotografa la situazione prima della guerra, segnala un incremento delle persone in stato di povertà relativa (stimate in oltre 30.000) e un’impennata del numero dei pasti e dei pacchi viveri somministrati dalle mense dei poveri. Aumentano anche i casi di morosità per le utenze e per gli affitti e il numero degli sfratti, sull’ordine di 3.000, specchio di un’altra faccia della povertà che è quella abitativa. Sono infatti più di 2.000 le famiglie in lista di attesa che attendono l’assegnazione di alloggi sociali.

Le condizioni di isolamento legate al lock-down, così come l’incertezza e le paure sul futuro, hanno poi accentuato il numero di soggetti con disagio psichico e sociale, in particolare fra gli adolescenti più fragili restati lontano dalla scuola e dalle attività sportive per mesi, e tra gli anziani, colpiti oltremodo dagli effetti del Covid-19 e privati di contatti e relazioni sociali, sia nell’ambiente domestico che nel contesto delle residenze assistite. Anche le persone con disabilità, e le loro famiglie, hanno particolarmente sofferto l’interruzione forzata dei percorsi di inclusione e delle attività di interazione sociale.

Pur nella cronica scarsità di risorse in rapporto ai fabbisogni crescenti, occorre da parte del Comune un rinnovato sforzo progettuale e organizzativo, facendo il più possibile sinergia e rete con tutti gli enti, gli istituti, le cooperative, le organizzazioni del terzo settore, le società sportive, le istituzioni religiose e i privati che a vario titolo si occupano della dimensione sociale, per guidare e mettere in campo strategie di prevenzione delle criticità e garantire, laddove servono, servizi il più possibile personalizzatiinterventi domiciliari e di prossimità e percorsi di integrazione ed inclusione; in parallelo vanno ricercati, a livello regionale e nazionale, e attraverso partenariati pubblico-privato fondi per investimenti sul potenziamento e la riqualificazione delle strutture di assistenza e sull’edilizia residenziale pubblica.

Le proposte:

  • Prevenire sfratti e morosità: le persone e le famiglie povere, quando hanno una casa, sono in affitto con un costo che incide oltre il 40% sul reddito familiare; serve una maggiore e più stretta collaborazione con la Prefettura e le varie istituzioni coinvolte per monitorate le situazioni di difficoltà economica ed intervenire preventivamente utilizzando in maniera più efficace e mirata i fondi per l’affitto e le morosità inconsapevoli; occorre prevedere servizi di accompagnamento per guidare ed aiutare, chi ne ha diritto, ad accedere al reddito di cittadinanza e ai vari bonus sulle bollette introdotti dal governo attivando anche appositi sportelli presso la società partecipata Iren;
  • Una casa per tutti: al fine di azzerare le liste di attesa, occorre incrementare sostanzialmente il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ERP) sia con interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica di quello esistente, sia recuperando i tanti appartamenti pubblici e di istituzioni religiose inutilizzati, sia soprattutto sollecitando Regione e Governo a finanziare un programma pluriennale di nuova edilizia residenziale pubblica (ERP) a consumo energetico zero. Per gli edifici ERP il costo delle bollette incide sul reddito delle famiglie molto più del costo di locazione: ridurre a zero i consumi (petalo 4) è un esempio di come la conversione energetica e la riduzione delle emissioni generi anche benefici economici e sociali;
  • Ottimizzazione risorse ed interventi: il Comune si farà carico di creare un coordinamento dei Servizi Sociali, enti del terzo settore ed enti religiosi per mettere in condivisione gli elenchi delle persone supportate ed aiutate in modo da ottimizzare le risorse, evitando duplicazioni degli aiuti ed abusi a scapito di altre famiglie che risulterebbero altrimenti escluse.
  • Alimenti per gli indigenti: il Comune, in raccordo con il Centro Agroalimentare, la Regione, la grande distribuzione organizzata, le aziende, deve farsi parte attiva affinché siano attuate azioni strutturali di prevenzione dello spreco alimentare, in particolare del fresco, e siano adottate piattaforme stabili di distribuzione delle eccedenze di mercato agli indigenti attraverso le mense, il banco alimentare, l’emporio market solidale; va inoltre promossa la creazione di orti urbani a beneficio dei più indigenti;
  • Politiche per la non autosufficienza degli anziani: vanno privilegiati gli interventi domiciliari e di prossimità e vanno sostenute le famiglie che assumono assistenti familiari e caregiver fornendo anche servizi di formazione, di selezione di professionisti (albo) e di tutoraggio pubblico, in particolare per la cura di anziani con malattie degenerative che richiedono interventi specialistici differenziati; per anziani parzialmente non autosufficienti e senza reti familiari, vanno promosse forme di residenzialità leggera, in cohousing, con servizi comuni, portineria sociale, in modo da ritardare l’ingresso nelle strutture residenziali; serve maggiore flessibilità di utilizzo e di servizio nei centri diurni per andare incontro alle esigenze delle famiglie; vanno coniugate risorse pubbliche e private all’interno di una rete complessiva di servizi e progetti in grado di offrire maggiore qualità di accompagnamento e assistenza alle persone anziane ed alle loro famiglie in modo che non vi siano situazioni di isolamento e solitudine di cura;
  • Progetti di vita per la disabilità: va riattivato un servizio dedicato del Comune con un disability manager che lavori in sinergia con gli altri settori per fare in modo che l’azione amministrativa complessiva abbia adeguata considerazione delle tematiche connesse alla disabilità (ex: accessibilità e mobilità, verifica dell’installazione di giochi inclusivi nelle aree verdi, accoglienza nei negozi, ecc.); i servizi per le persone con disabilità e per le loro famiglie devono essere il più possibile personalizzati e Comune e AUSL devono lavorare in stretto collegamento tramite l’Unità di valutazione multidimensionale; particolare attenzione va dedicata al passaggio critico dalla scuola alla vita adulta con progetti specifici che favoriscano una vita indipendente e l’inserimento lavorativo garantendo le condizioni per una scelta autonoma; va fornito adeguato sostegno alle famiglie che si fanno carico della cura domiciliare e garantiti percorsi di presa in carico per il Dopo di Noi;
  • Adolescenza: l’aumento di richieste di aiuto ai servizi per disturbi psicologici e del comportamento e l’incremento degli allontanamenti dalle famiglie e le denunce per reati di minorenni, pongono la necessità di un’attenzione prioritaria all’adolescenza che richiede accompagnamenti adeguati e diffusione di esperienze, anche di educativa di strada, che diano ascolto, aiuto, motivazione e protagonismo sociale a chi è o si sente ai margini;
  • Cabina di regia per i minori: il Comune deve promuovere una cabina di regia che metta in comunicazione in modo efficiente i servizi pubblici comunali, le aziende sanitarie, la scuola e tutte le realtà del terzo settore che si occupano dei minori della città e in particolare delle fasce più deboli: bambini e adolescenti bisognosi di tutela, quelli che hanno delle certificazioni sulla base della Legge 104, con situazioni di autismo o con fragilità di tipo sociale;

Lo sport per il sociale: l’attività sportiva di gruppo svolge una importante funzione di inclusione e pedagogia sociale, può consentire di individuare e segnalare situazioni fragili tra i giovani e i giovanissimi prima che sia richiesto l’intervento dei servizi sociali e può prevenire fenomeni come il bullismo e le manifestazioni violente in particolare nell’età adolescenziale (vedi petalo 11).