Intervento di Europa Verde – Verdi – Possibile al Consiglio comunale del 30 gennaio 2023
Nei giorni scorsi il TAR ha accolto l’istanza cautelare dei cittadini e sospeso l’efficacia degli atti per la realizzazione del cosiddetto “chiosco” all’interno del Parco Berio: una struttura che sarebbe tutt’altro che amovibile e di dimensioni decisamente superiori a quelle normalmente necessarie per la vendita di panini, bibite e gelati in un’area verde.
Al consiglio del 19 dicembre scorso, in occasione dell’interrogazione del gruppo Europa Verde -Verdi – Possibile, avevo invitato l’Amministrazione a sospendere gli stessi atti in autotutela: un’opzione possibile che avrebbe mantenuto nel campo della politica la decisione sul destino del Parco Berio, così come quello delle altre undici aree nelle quali il Piano del Verde prevede di realizzare analoghi chioschi.
Sarebbe stato saggio, ma l’Amministrazione non ha avuto dubbi sulle dimensioni della struttura, sulla presunta inutilità del titolo edilizio per una costruzione di questo tipo, sull’irrilevanza del consumo di suolo, sulla compatibilità con il patrimonio floro-faunistico, sulla sua appropriatezza al contesto e alle funzioni che deve svolgere.
Dopo la sospensiva del TAR, in attesa della sentenza fissata per maggio, Europa Verde ritiene comunque opportuno richiamare l’Amministrazione a una gestione più rispettosa delle aree verdi urbane, incrementandole e migliorandole, a differenza di quello che abbiamo osservato in questi ultimi tempi.
Mi riferisco ad esempio alla “Casa dei Gatti”, realizzata cementificando alcune decine di metri quadrati nel cuore del Parco Ducale, o all’ennesima costruzione nel parco ex Eridania, dove non si sentiva la mancanza di un altro contenitore, cancellando definitivamente un prezioso lembo di verde urbano. Si tratta di interventi che hanno comportato una perdita netta di suolo vivo, di biodiversità e di spazi aperti all’uso dei cittadini, senza nessun tipo di compensazione e senza riscontro nel Piano del Verde.
Ultimo caso, l’abbattimento totale del bosco che si trovava al Castelletto, nell’area dove sarà realizzata la struttura, denominata “scuola nel Parco”, con una certa involontaria ironia. Il Comune avrebbe dichiarato che si è trattato di una “scelta obbligata, presa a seguito della perizia di un agronomo”. Non è così. Gli atti sono piuttosto contradditori e sarà necessario fare chiarezza, ma la perizia dell’agronomo è molto precisa: su 127 piante, 28 erano in classe A (quindi in ottime condizioni), 24 in B, 32 in C, e solo 45 era veramente consigliabile abbatterle perché secche o moribonde. La decisione di abbattere 82 piante sane, oltre a distruggere l’ecosistema bosco che si era creato, non ha quindi una giustificazione di tipo fitosanitario. Europa Verde chiede quindi che gli aspetti progettuali legati all’area ex-Castelletto, possano essere discussi in Commissione consigliare e comunicati in modo adeguato alla cittadinanza, che ha giustamente protestato per un intervento così pesante di abbattimento di tutte le alberature presenti.