Tariffe teleriscaldamento IREN: la trasparenza continua a mancare

Il consigliere Enrico Ottolini interroga il Sindaco di Parma sulle tariffe per le utenze domestiche e il regime di IVA agevolata

Quando si darà corso al mandato della mozione votata dal Consiglio comunale?

Come riportato nelle lettere di IREN arrivate negli scorsi giorni, gli utenti domestici del servizio di teleriscaldamento di Parma, grazie ad un emendamento alla Finanziaria del gruppo parlamentare di Europa Verde, beneficeranno per le tariffe del trimestre gennaio-marzo 2023 dell’applicazione di una aliquota IVA ridotta al 5%. E’ una prima concreta riduzione del costo del servizio, anche se continua a mancare trasparenza nella determinazione delle tariffe da parte di IREN

Europa Verde Parma ha potuto infatti verificare, dall’esame dei tariffari pubblicati sul sito della multiutility, che fino al 31/12/2022 IREN ha applicato per le utenze domestiche due tariffe differenziate: la tariffa di tipo 1, riferita a calore proveniente da impianti di cogenerazione ad alto rendimento per la quale in regime ordinario si applica l’IVA al 10%; e la tariffa di tipo 2 che fa riferimento agli altri impianti di produzione di calore, per cui si applica l’aliquota IVA piena al 22%. Nel contesto della rete di Parma, l’impianto di co-generazione ad alto rendimento è riconducibile al termovalorizzatore di Ugozzolo, mentre le altre tipologie di impianti sono riferibili alle centrali alimentate a gas metano di Via Toscana e Strada Santa Margherita.

Ci si aspetterebbe che la tariffa “tipo 1” fosse più bassa dell’altra in ragione del più alto rendimento dell’impianto di generazione e del fatto che il combustibile utilizzato per la produzione di calore, ovvero i rifiuti, risulta già pagato dai cittadini con la Tari. Nella realtà, negli ultimi 5 anni, la tariffa di Tipo 1 è stata costantemente superiore alla tariffa di Tipo 2 di un valore pari, con matematica esattezza, al differenziale IVA tra le due tariffe. Detto in altri termini, applicando le due diverse aliquote IVA alle tariffe di base si ottiene un identico costo finale per l’utente, sia che si tratti di calore proveniente da impianti ad alto rendimento, come il termovalorizzatore, che da impianti ordinari alimentati a gas.

In pratica, fino ad ora, l’utente domestico, che non può scaricare l’IVA, non ha mai beneficiato in bolletta né dello sconto sull’aliquota, né della maggiore efficienza dell’impianto e nemmeno del minor costo del combustibile rappresentato dai rifiuti. Il costo maggiorato della tariffa Tipo 1 appare nei fatti del tutto arbitrario e non giustificato da alcun oggettivo parametro di costo del servizio, che anzi dovrebbe essere inferiore. Per questo motivo il consigliere comunale Enrico Ottolini ha depositato una nuova interrogazione per chiedere al Sindaco e alla Giunta di chiarire le ragioni di questo differenziale di costo che grava sui cittadini utenti del servizio.

In parallelo, Europa Verde sta portando avanti, con i suoi parlamentari, un emendamento di legge finalizzato a introdurre, a livello nazionale, un trasparente quadro regolatorio per la formazione delle tariffe di teleriscaldamento attraverso l’Autorità di Regolazione per l’Energia le Reti e l’Ambiente (ARERA). Sappiamo che anche altre forze politiche in Parlamento stanno portando avanti proposte in tal senso. In attesa che questo quadro regolatorio possa entrare in vigore, l’amministrazione comunale deve comunque pretendere da IREN, fin da subito, trasparenza ed equità per le tariffe di teleriscaldamento, in coerenza con il mandato dato al Sindaco e alla Giunta dalla mozione di Europa Verde votata dal Consiglio comunale da ormai più di un mese.

Link all’interrogazione