Torrente Parma: valorizzare il contributo delle associazioni al PUG

Foto Roberto Cavanna

L’ultima seduta della Commissione Urbanistica sulle osservazioni al Piano Urbanistico Generale (PUG) è stata un’occasione importante di confronto e di indirizzo per il futuro del tratto urbano del torrente Parma.

Va detto che le due pagine ha dedicate al torrente dal PUG assunto dalla Giunta comunale, hanno incontrato la delusione e l’amarezza di tanti che negli ultimi decenni si sono prodigati per approfondire la conoscenza del patrimonio naturalistico di questo pezzo di città. Mentre università, esponenti del mondo culturale, scuole, associazioni e singoli cittadini nel corso degli ultimi anni si sono attivati per chiedere una gestione attenta alla biodiversità e la cancellazione di progetti non idonei ad un’area torrentizia, il PUG prevede attualmente un elenco di strutture addirittura più impattanti di quelle contestate in passato: nuovi sistemi di discesa e risalita, attività di ristoro, playgrounds (traduzione: campi da gioco!), camminamenti lungo le sponde a più livelli, accessi regolari all’acqua anche attraverso sistemi gradonati, aree di sosta con panchine o “altri oggetti”, possibilità di attraversamenti dell’asta a contatto diretto con l’acqua, e addirittura l’obiettivo di creare una “piazza urbana”. Si tratta di interventi non solo in antitesi con un’idea conservazione della flora e della fauna presenti, ma neppure concordati con l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) e del tutto incompatibili con la sicurezza idraulica.

Ancora più sconfortante, per un PUG che sostiene di partire dal “riconoscimento fondamentale dell’importanza della biodiversità”, la totale assenza di un metodo basato sui criteri scientifici, di una strategia fondata su dati oggettivi della presenza di specie ed habitat e addirittura dei riferimenti normativi appropriati. Come nel caso del concetto di “corridoio ecologico”, un elemento della pianificazione territoriale codificato, sancito da norme europee, oggetto di ricerche di decenni e ben definito su base cartografica a livello regionale, provinciale e comunale (PSC): secondo il PUG assunto il concetto di corridoio ecologico sarebbe da superare (o affiancare) con la neologica “centralità lineare”, locuzione che può suscitare qualche suggestione, ma resta del tutto vaga, soggettiva ed interpretabile.

Ma, se le carenze del PUG in materia di biodiversità e di gestione dell’ambiente fluviale avevano l’obiettivo di suscitare reazioni e proposte migliorative, possiamo dire che l’operazione ha avuto successo. Parma vanta una tradizione ormai pluridecennale di studio del torrente Parma. Ne sono testimonianza le osservazioni del Prof. Vittorio Parisi, il suo libro “Animali sotto i ponti” con le foto di Romano Parma, la mostra fotografica realizzata dal Liceo Ulivi, i protocolli di AIPO per una manutenzione sostenibile della vegetazione e tante altre iniziative. Questo patrimonio di conoscenza e di idee è stato tradotto in osservazioni al PUG da varie associazioni che hanno elaborato proposte di modifica degli elaborati, con indicazioni quali: il rafforzamento della funzione di corridoio ecologico, il riferimento alle conoscenze raccolte in questi anni, il necessario rispetto delle norme e dei piani sovraordinati, l’elenco delle specie di interesse conservazionistico e degli habitat già censiti, le minacce presenti o potenziali, il mantenimento della classificazione attuale (ecosistema acque – ambito fluviale) rispetto a quella proposta di “parco urbano”, e l’ipotesi di istituire un’Area di Riequilibrio Ecologico.

In Commissione ho apprezzato la capacità di ascolto dell’Assessora all’Urbanistica Chiara Vernizzi e in generale degli uffici preposti, che su queste come sulle altre osservazioni stanno svolgendo un lavoro attento, trasparente e rispettoso delle opinioni dei cittadini, in una fase così importante per la partecipazione pubblica alle decisioni sull’assetto della città fino al 2050. Le osservazioni sul torrente sono state accolte “parzialmente”, nel senso che andranno ad integrare, senza modificarlo completamente, il testo del PUG. L’Amministrazione si è impegnata comunque a rivedere il piano con priorità alla tutela della biodiversità e non esclude la possibilità di inserire la proposta di Area di Riequilibrio Ecologico.

Auspico anche che le altre forze politiche presenti in Consiglio comunale sappiano andare oltre la contrapposizione artificiosa tra fruizione e conservazione, come se si trattasse di decidere tra la possibilità di avvalersi dei benefici del torrente in città e quella di non prevedere nessune forma di utilizzo. La contrapposizione è invece tra usi impropri, che rischierebbero di cancellare gli elementi di pregio, ed una fruizione appropriata, che metta tutti i cittadini nelle condizioni di godere quello che la Parma può offrire. È il caso di ricordare che, quando l’Area di Riequilibrio Ecologico tra ponte Stendhal e ponte Dattaro funzionava, era visitata da più persone di quanto non lo sia oggi, ma in modo sostenibile e attento ai valori del luogo.

Nell’esito dell’ultima seduta estiva della Commissione Urbanistica ci sono quindi i presupposti per una soluzione di armonia tra la presenza dell’uomo e gli ecosistemi che si sono sviluppati tra ponte Dattaro e ponte Europa. Oggi sta all’Amministrazione valorizzare i suggerimenti offerti dalla cittadinanza e, tra alcuni mesi, starà al Consiglio comunale approvarli, per un progetto condiviso di tutela della biodiversità del torrente.

Foto: Roberto Cavanna