Il Programma

UN PROGRAMMA PER CAMBIARE L’ARIA IN CITTÀ

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Parma ha bisogno di un nuovo governo della città che rimetta al centro i cittadini, riaffermi l’autonomia decisionale ed operativa del Comune e affronti con un disegno organico le tante sfide che ci attendono: l’emergenza climatica ed energetica; l’inclusione sociale e la lotta alle povertà; la rigenerazione e la riqualificazione dell’ambiente urbano; la rivitalizzazione dei quartieri e la garanzia di sicurezza.

Per fare questo serve una visione di futuro che guardi oltre i confini amministrativi, sappia cogliere le diverse opportunità di finanziamento a livello europeo, nazionale e regionale e ridia un ruolo guida del Comune a livello territoriale e nella definizione delle scelte strategiche di sviluppo.

Siamo convinti che occorra una forte discontinuità rispetto all’amministrazione uscente che si è dimostrata priva di un vero progetto per la città, subordinata a progettualità e scelte di centri decisionali esterni al Comune, incapace di avviare reali percorsi di partecipazione e di ascolto, poco attenta alla qualità dei servizi e alla cura del verde e degli spazi pubblici.

Ma siamo altrettanto convinti che la risposta non possa venire da un salto indietro nel passato, alla stagione del consumo di suolo e dell’espansione urbana senza limiti, degli oneri di urbanizzazione usati per sostenere la spesa corrente, della proliferazione dei grandi centri commerciali che hanno distrutto il piccolo commercio, della moltiplicazione delle partecipate e degli 800 milioni di euro di debiti certificati che ancora oggi i cittadini di Parma stanno pagando con tasse locali ai massimi e con la dismissione delle azioni e la perdita di ogni controllo del Comune sulla multiutility Iren.

Occorre cambiare l’aria della città, da troppo tempo inquinata e resa ancor più stagnante da vecchie idee e dinamiche di potere. Per questo ci proponiamo con un programma ecologista, per tutti gli ambiti di competenza dell’amministrazione, che fa propri gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e individua le azioni amministrative locali tenendo conto del più ampio contesto globale.  

Serve un’amministrazione comunale che guardi al mondo e all’Europa, fuori dalla retorica provinciale della piccola capitale e da modelli di sviluppo del secolo scorso. Un’amministrazione che porti avanti con decisione piani di investimento e progetti infrastrutturali coerenti con gli obiettivi del Green Deal della Commissione Europea, cercando quando possibile di anticiparli: neutralità delle emissioni climalteranti e adattamento ai cambiamenti climatici, inquinamento zero, transizione energetica alle fonti rinnovabili, tutela del capitale naturale e della biodiversità, innovazione digitale, economia circolare, lotta allo spreco. Una visione che condividiamo con la grande famiglia dei Verdi Europei, come affermato nuovamente dalla Conferenza di Valencia (maggio 2022) “Costruire i Comuni e le Regioni resilienti del futuro”. Non semplici auspici o dichiarazioni di intenti da richiamare in qualche documento per poi continuare a fare come si è sempre fatto, ma obiettivi vincolanti da cui discende la reale possibilità di accedere ai finanziamenti europei, a cominciare da quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che non a caso vedono Parma all’ultimo posto in Emilia-Romagna.

Serve un’amministrazione che recuperi il suo ruolo autonomo di regia e di governo delle trasformazioni del territorio con un progetto organico di rigenerazione urbana a saldo zero di consumo di suolo,integrato con un ambizioso piano di mobilità sostenibile, che punti a recuperare le tante, troppe, aree e strutture lasciate abbandonate da oltre 10 anni attraverso un’equilibrata distribuzione delle funzioni in grado di coniugare gli investimenti dei privati con l’interesse collettivo.

C’è bisogno di un’amministrazione che torni a dare ascolto e risposte ai cittadini, che attivi reali percorsi partecipativi per la definizione degli interventi e delle scelte strategiche di base, che rafforzi il ruolo delle rappresentanze dei quartieri. Occorre anche semplificare le procedure e accelerare i tempi di risposta degli uffici a sportello, in particolare quelli per le imprese.

Serve un’amministrazione che, rafforzando le proprie strutture di gestione e manutenzione e coinvolgendo le associazioni del terzo settore, si riprenda cura del verde, degli arredi e degli spazi pubblici, dai parchi ai marciapiedi, per favorire la socialità, contrastare il degrado, garantire a tutti l’accessibilità e ridare decoro e bellezza alla città.  

Un Comune che riprenda il controllo dei propri servizi pubblici locali garantendo qualità e prossimità del servizio e tariffe trasparenti ed eque a beneficio delle famiglie e dei cittadini.

Un’amministrazione che valorizzi e sostenga, con un progetto organico, le tante realtà e produzioni culturali di Parma e che agisca essa stessa per creare e promuovere cultura diffusa: la cultura della pace e della legalità, della sostenibilità ambientale ed alimentare, dell’integrazione, della parità di genere, del rispetto delle donne, coinvolgendo ed attivando le scuole ed i giovani, i veri protagonisti del futuro.

Un Comune che concorra alla sicurezza della città favorendo la vitalità dei quartieri, il presidio sociale, una maggiore presenza territoriale della polizia municipale senza perdere di vista anche le tante altre “sicurezze” che occorre garantire ai cittadini: quella sanitaria, quella dagli eventi climatici estremi, quella legata all’incidentalità stradale, quella domestica, quella economica ed abitativa, quelle del lavoro e sul lavoro.

Un Comune che dia per questo una risposta strutturale al problema della casa per le famiglie più disagiate e che si impegni per contrastare la povertà emergente, la solitudine e l’isolamento degli anziani, l’emarginazione, garantendo servizi domiciliari e attività per l’integrazione e l’inclusione sociale.

Su questo versante serve inoltre un Comune che si riappropri del proprio ruolo di indirizzo delle politiche sanitarie, della medicina territoriale e della cura della salute, secondo l’approccio integrato dell’One Health che punta a prevenire le patologie e le ospedalizzazioni agendo in modo preventivo su tutti gli aspetti che concorrono alla salute umana: dalle abitudini alimentari, alle pratiche sportive, alla qualità ambientale per arrivare anche al benessere animale.

Un’amministrazione comunale che mantenga la dotazione e la qualità dei servizi educativi per l’infanzia assicurando maggiore flessibilità per conciliare le esigenze lavorative delle donne e applicando adeguati quozienti di riduzione delle rette in funzione del reddito e del numero di figli. Che investa nelle scuole, nelle pertinenze, nelle forniture per le mense per farne strutture educanti, aperte ad attività anche al di fuori dell’orario delle lezioni, modelli di sostenibilità energetica ed ambientale e centri di integrazione sociale e intergenerazionale.

Un Comune che sul piano delle attività economiche e del lavoro tuteli nei fatti, e non solo a parole, la vocazione agroalimentare e la reputazione mondialedella Food Valley, preservando il suolo e il paesaggio, migliorando la qualità ambientale, promuovendo la sostenibilità delle produzioni; che punti allo sviluppo e all’insediamento di attività ad alto contenuto di ricerca ed innovazione e ad alta ricaduta occupazionale; che sostenga il piccolo commercio per il suo intrinseco valore sociale e favorisca il turismo sostenibile attraverso una offerta integrata e percorsi di visita lenti che connettano la città e il territorio.

Un’amministrazione, infine, che guardi ai giovani, alle lore esigenze di oggi e al loro futuro professionale, promuovendo, in collaborazione con l’Università e le imprese, officine del lavoro, incubatori di start-up, spazi di co-working. Queste le tante cose da fare per cambiare l’aria della città e rimetterla al passo con i tempi. Le proposte e le azioni concrete sul come attuarle le abbiamo riunite in 12 petali, fra loro strettamente integrati, come i dodici petali che insieme compongono il girasole di Europa Verde.

I 12 PETALI DEL PROGRAMMA

1. UN COMUNE CHE ASCOLTA A SERVIZIO DEI CITTADINI

La partecipazione dei cittadini ai processi decisionali del Comune è stato uno dei principali cavalli di battaglia elettorali dell’amministrazione uscente e, come molte altre promesse, è stata nei fatti disattesa. Si è rapidamente passati dalla democrazia diretta e dai referendum propositivi a interventi e progetti decisi a porte chiuse e calati dall’alto, senza ascolto e coinvolgimento della cittadinanza e dei residenti, come nel caso della Cittadella, dell’Aeroporto Cargo o dello Stadio Tardini.

Anche ai Consigli dei Cittadini Volontari, istituiti per ridare voce e rappresentanza ai quartieri al di fuori delle logiche e delle appartenenze di partito, non si è dato reale ascolto o strumenti e risorse per incidere sulle scelte dell’amministrazione comunale.

Per un’azione efficace di governo del Comune risulta fondamentale, al di là di ogni retorica, ridare centralità alla partecipazione e alla consultazione pubblica, sia delle forme organizzate di rappresentanza che dei singoli cittadini. Il processo partecipativo deve essere posto a monte e non a valle dei processi decisionali e va condotto attraverso metodologie riconosciute e con chiarezza degli obiettivi, secondo le indicazioni della Legge Regionale 15/2018. Solo così l’Amministrazione Comunale può esercitare la propria responsabilità e funzione di guida e di coordinamento dei temi di sviluppo della città, mantenendo un’autonomia che salvaguardi gli interessi collettivi.

Il Comune deve anche garantire capacità di ascolto, di presa in carico e di risposta alle tante segnalazioni e necessità quotidiane dei cittadini, attenzione che deve riguardare anche i gestori dei servizi pubblici locali per i quali il Comune deve tornare a giocare un ruolo centrale di indirizzo e di controllo che garantisca, invece della massimizzazione dei dividendi societari, il risparmio sulle tariffe e la qualità del servizio a beneficio degli utenti.

Su un altro piano operativo si tratta di migliorare il funzionamento della macchina comunale, soprattutto per quanto riguarda i servizi e le pratiche per i cittadini e le imprese, in termini di riduzione delle tempistiche, chiarezza di comunicazione, coordinamento gestionale e rendicontazione.

Le proposte:

  • Dare voce ai cittadini: Adozione di forme inclusive di governo dei processi decisionali dando voce ai cittadini rispetto a piani, progetti e tematiche di particolare rilievo per lo sviluppo della città e rafforzando le forme di consultazione tra il Comune centrale e i Consigli di quartiere. Si propone, oltre all’applicazione della citata L.R. 15/2018, la costituzione delle assemblee dei cittadini, secondo metodologie già sperimentate con successo in altre città europee, e la riattivazione del bilancio partecipativo con maggiori risorse e forme più pervasive rispetto ad un semplice concorso per progetti;
  • Dare ascolto ai cittadini: i cittadini devono tornare ad essere i terminali di informazione per l’amministrazione comunale; va riattivato un servizio di raccolta delle segnalazioni sullo stato di manutenzione e qualità dei servizi e degli spazi pubblici, sia mediante apposita app che attraverso operatore, garantendo la presa in carico e la risposta in tempi ragionevoli e certi. Per i servizi centrali del DUC va ristabilita oltre la prenotazione digitale quella attraverso operatore telefonico;
  • Quartieri al centro: rafforzamento della rappresentatività e del ruolo dei Consigli di quartiere (oggi Consigli dei Cittadini Volontari) garantendo riscontro alle esigenze espresse e coinvolgimento nelle scelte e negli interventi dell’amministrazione che riguardano il quartiere di riferimento; riattivazione e riqualificazione delle sedi circoscrizionali (come quella del Lubiana San Lazzaro chiusa dai tempi del terremoto) facendone sedi polifunzionali che fungano da centro servizi decentrato, centro di aggregazione, punto di presidio del territorio anche per la polizia municipale e luogo di riunione dei cittadini e del relativo Consiglio di quartiere;
  • Servizi pubblici locali: con la quotazione in borsa e la dismissione delle azioni da parte del Comune di Parma per pagare il debito delle partecipate, IREN ha perso le caratteristiche di prossimità e di legame con il territorio tipiche delle municipalizzate. Il Comune, rimasto comunque azionista e responsabile ultimo dei servizi pubblici locali, deve pretendere che siano ristabiliti i servizi a sportello con operatore per dare risposta diretta alle molteplici richieste degli utenti spesso dovute a disservizi della stessa multiutility; deve garantire che vi sia massima trasparenza nella fatturazione, in particolare per il teleriscaldamento, e adeguata attenzione per gli utenti in difficoltà economica; in vista della scadenza del contratto di servizio idrico integrato va realizzato uno studio di fattibilità per la completa ripubblicizzazione del servizio, nel rispetto anche dell’esito del referendum sull’acqua pubblica;
  • Velocizzare le pratiche per professionisti e imprese: vanno rafforzati e riorganizzati gli uffici e gli sportelli per la gestione delle pratiche di professionisti ed imprese, in particolare quelle edilizie, garantendo orari per appuntamenti e colloqui sull’intero arco della settimana, riattivando una funzione di confronto tecnico preliminare al progetto e riducendo drasticamente i tempi di evasione dei procedimenti autorizzativi, nel rispetto dei termini di legge;

2. RIGENERAZIONE URBANA E CURA DELLO SPAZIO PUBBLICO

La stagione del debito, del cemento, del consumo di suolo senza freni, della bulimia di centri commerciali ha lasciato una pesante eredità di aree urbanizzate e strutture incompiute o abbandonate, sia nelle zone centrali che in periferia. Molte di queste aree sono di proprietà del Comune o di sue partecipate, solo per citarne alcune: l’ex mercato bestiame; l’ex scalo merci, il parcheggio multipiano di Via Colorno, il teatro dei dialetti, i depositi Tep.

L’amministrazione uscente, in dieci anni, salvo alcuni interventi isolati, non ha saputo sviluppare un progetto organico per avviare il recupero e ridare funzioni a queste strutture lasciando che nel tempo crescesse solo il degrado. Anzi ne ha aggiunta perfino un’altra: l’enorme mall di Baganzola, sequestrato da ormai 4 anni dalla Magistratura.

In generale si è inoltre assistito ad un progressivo scadimento della qualità e della cura degli spazi pubblici, delle aree verdi e dei loro arredi, nei quartieri come pure nelle zone artigianali e produttive, con scarsa attenzione alla manutenzione e alla accessibilità per le persone diversamente abili.

La prossima amministrazione dovrà sviluppare un piano integrato di rigenerazione urbana, a saldo zero di consumo di suolo, che individui nuove funzioni per le aree dismesse e le strutture abbandonate, compresa la riconversione a verde, e ne avvii il recupero, con il coinvolgimento anche di investitori privati, dentro un quadro di forte regia pubblica che garantisca: la partecipazione dei cittadini nelle scelte, il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Un piano che dovrà quindi tenere conto ed integrare le diverse politiche dell’amministrazione, da quelle per la mobilità, per la casa, per il sociale, per il commercio, per l’ambiente, per l’energia e il clima.  

La rigenerazione urbana e la riqualificazione degli spazi pubblici contribuiscono inoltre a contrastare il degrado, a produrre bellezza e a migliorare la sicurezza e la vivibilità dei quartieri. Le proposte:

  • Masterplan per le aree dismesse pubbliche: Redazione di un master-plan per il recupero delle aree dismesse di proprietà pubblica individuando funzioni e vocazioni adeguate. Si propone in particolare:

ex depositi TEP: trasferimento nella palazzina uffici della sede della Polizia Municipale, ora in Via del Taglio; creazione nei padiglioni di un mercato alimentare coperto permanente sull’esempio del Time Out Market di Lisbona;

ex scalo merci: officina del lavoro con spazi di co-working, incubatore di start-up, laboratori e sale riunioni e convegni accessibili direttamente dalla stazione sul modello delle Officine Reggiane

parcheggio multipiano di Via Colorno: abbattimento della struttura e creazione di parco urbano come porta di ingresso per la città e l’area SPIP;

ex mercato bestiame: risanamento con rimozione coperture in amianto, recupero parziale a verde e destinazione per infrastruttura sportiva polivalente con servizi e commerci;

San Luca degli eremitani: avviare un concorso di idee, coinvolgendo anche l’Università, per la riqualificazione del complesso e dell’area verde retrostante;

Romanini-Stuard: recupero per usi plurimi di co-housing e residenze per anziani parzialmente autosufficienti e di studentato, anche per creare scambi e rapporti intergenerazionali;

Padiglioni ex Fiere: riattivazione delle aule universitarie e utilizzo per attività congressuali;

  • SPIP: Realizzare, con il coinvolgimento delle imprese insediate, un Piano particolareggiato per la riqualificazione delle pertinenze dell’area (strade, aree verdi, marciapiedi, servizi) e la gestione integrata delle manutenzioni e dei servizi puntando a farne un’area produttiva ecologicamente attrezzata e climaticamente neutra al 2030;
  • Saldo zero di consumo di suolo: vincolare l’insediamento di nuove funzioni produttive o di servizi al riuso o recupero di aree già urbanizzate e realizzare un catasto on-line di tutte le aree e strutture dismesse, sia pubbliche che private, che possono essere recuperate ovvero essere oggetto di interventi di de-impermeabilizzazione per la piena attuazione dell’obiettivo del saldo zero di consumo di suolo previsto dalla L.R. n. 24/2017; da questo punto di vista va annullata la modifica al Regolamento Urbanistico che ha tolto il vincolo della visuale libera consentendo interventi di densificazione edilizia nel tessuto urbano esistente che riducono le superfici a verde e aumentano le superfici impermeabilizzate;
  • Stadio Tardini: rivedere il progetto, riducendo il periodo di concessione dell’area, dando priorità alla riqualificazione dello stadio esistente. In caso di dimostrata sostenibilità economica di un intervento di demolizione e ricostruzione, valutare sotto il profilo ambientale, trasportistico e sociale, alternative localizzative in aree dismesse di proprietà pubblica, come l’ex mercato bestiame, e la conversione dell’area Tardini a spazio verde con impianti sportivi accessibili alla cittadinanza;
  • Stazione: rivitalizzare il piazzale e l’area circostante puntando a farla diventare un luogo, non di mero transito, ma di incontro per i giovani e di servizi per i tanti utenti pendolari, favorendo e completando l’insediamento di esercizi commerciali, di ristoranti e bar con terrazze all’aperto e reinstallando le panchine tolte dall’amministrazione uscente;
  • Piazza Ghiaia: rilanciare l’area, un tempo cuore pulsante della città, prevedendo, in accordo con il concessionario, un mercato agroalimentare bi-settimanale (promesso e mai attuato dall’amministrazione) e attività culturali ed espositive, valutando anche la rimozione e la sostituzione dell’attuale copertura;
  • Territorio rurale: revisione del regolamento urbanistico edilizio per i fabbricati connessi all’attività agricola al fine di evitare interventi dispersi, staccati dal centro aziendale, e di favorire il rinnovo delle strutture esistenti di scarsa qualità edilizia e paesaggistica e l’adozione di tipologie costruttive adattate al paesaggio rurale;
  • Piazze e aree verdi dei quartieri: avviare un progetto di riqualificazione delle piazze e delle aree verdi dei quartieri attraverso la de-impermabilizzazione, dove possibile, delle zone asfaltate, l’incremento della dotazione di verde e dell’ombreggiatura, la sostituzione con tipologie uniformi degli arredi e degli spazi gioco per bambini, l’inserimento di servizi igienici decorosi, il miglioramento dell’accessibilità e dell’illuminazione;
  • Parchi storico-monumentali: sviluppare un piano e regolamento specifico per la manutenzione, valorizzazione, cura e utilizzo del Parco Ducale e del Parco della Cittadella, nelle loro componenti di aree verdi di valore naturalistico e di spazi storico-monumentali, evitando il ripetersi di scempi come l’utilizzo a parcheggio per la Mille Miglia o di concerti ad alto tasso di decibel;

Pilotta porta turistica della città: con le sue collezioni, i suoi tesori, la sua collocazione strategica, i suoi cortili e locali monumentali la Pilotta è la porta naturale alla città storica. Serve un progetto condiviso con Polo Museale, Università, Soprintendenza per farne il luogo dove concentrare tutti i servizi per i visitatori che arrivano in città in treno, pullman, auto, bicicletta e il nodo da cui si dipartono tutti i percorsi di visita per la città e per il territorio (petalo 9);

3. MOBILITA’ SOSTENIBILE E INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO

In tema di infrastrutture di trasporto a Parma non pare esserci reale contrapposizione tra i principali schieramenti politici che, in maniera indistinta, continuano a promuovere da 40 anni le stesse opere a base di asfalto, gomma e petrolio: autostrada Tirreno-Brennero; Via Emilia Bis, quarta corsia dell’Autostrada A1, Aeroporto Cargo. Opere obsolete che sono in contrasto con gli obiettivi climatici ed ambientali fissati a livello europeo, incoerenti con l’attuale quadro geopolitico, impattanti per il territorio e inadeguate rispetto agli attuali e futuri bisogni di mobilità e di trasporto merci.

A queste opere che guardano al passato noi diciamo un chiaro e secco no e ci impegneremo affinché l’amministrazione comunale lo ribadisca in tutte le sedi decisorie. In tema di infrastrutture quello che serve, e che non è mai stato portato avanti con convinzione, è una vera cura del ferro, con il completamento del raddoppio della Pontremolese, l’elettrificazione delle linee ferroviarie minori, l’incremento dei treni ad alta velocità che fermano a Parma.

Altro investimento fondamentale è quello delle piste ciclabili, non solo quelle urbane, a cui deve essere data continuità, sicurezza e qualità, ma anche e soprattutto quelle di collegamento delle frazioni e dei centri di attrazione e svago al di fuori della città come i Parchi regionali, il Po, le regge ducali, puntando a connettersi alle grandi ciclovie nazionali.

Nell’ottica della transizione ecologica bisogna puntare a ridurre il numero di auto circolanti e di quelle in sosta, intervenendo in modo integrato sia sul fronte della domanda, sfruttando tutte le opportunità della digitalizzazione (smart-working; servizi a distanza; tele-medicina) e con una corretta pianificazione urbanistica di funzioni e servizi, che dell’offerta, potenziando il trasporto pubblico locale, favorendo gli spostamenti ciclo-pedonali, promuovendo le varie forme di sharing e di pooling e l’integrazione intermodale, nonché la mobilità elettrica comprese le reti di ricarica. Tutti questi obiettivi dovranno rientrare nel nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile da realizzarsi attraverso un percorso partecipato. Le proposte:

  • Cura del ferro: va sostenuto con forza, ad ogni livello, il completamento del raddoppio della Pontremolese, infrastruttura che può fungere da corridoio ferroviario merci tra Tirreno e Brennero e da metropolitana di bacino per la Valle del Taro. In via prioritaria devono essere reperite le risorse mancanti per la realizzazione della tratta Parma-Vicofertile già finanziata con oltre 200 milioni di euro. Con il sostegno della Regione e di RFI va poi attuata l’elettrificazione della linea Parma-Suzzara e va finanziata quella della linea Parma-Piadena prevedendo anche la realizzazione della fermata presso lo SPIP, già inserita nel PUMS, e la sostituzione delle attuali motrici inquinanti a diesel.
  • Alta velocità: incrementare il numero dei treni ad Alta Velocità per Roma che fermano alla stazione di Parma passando per le interconnessioni esistenti, come già avviene per i treni AV diretti a Milano, razionalizzando gli orari. Impegno a rendere pubblici i risultati dello studio di fattibilità in corso per la fermata dell’alta velocità alle Fiere e a valutare insieme alla cittadinanza le decisioni in merito;
  • Piste connesse in sicurezza: va ampliata e completata la rete delle piste ciclabili urbane e garantita la continuità dei percorsi, troppo spesso interrotti, assicurando la sicurezza per gli utenti e superando le situazioni di uso promiscuo sui marciapiedi. A titolo di esempio, e facendo riferimento alle proposte elaborate dall’associazione FIAB- Bicinsieme, deve essere realizzato un percorso continuo tra Stazione e Campus risolvendo il passaggio promiscuo sul Lungoparma. La rete deve inoltre essere estesa alle frazioni e ai luoghi di interesse e svago esterni alla città, anche attraverso la limitazione del traffico e della velocità su strada esistenti (Strada Farnese, Via Bassa dei Folli), e connettersi alle reti degli altri Comuni e alle ciclovie di interesse nazionale, come VenTo, in coerenza anche con la programmazione provinciale. Su questo fronte va realizzata la Ti-Bre dolce, ciclovia dal Tirreno al Brennero approvata dal Consiglio Regionale che consente di raggiungere e rendere fruibili dalla città i Parchi regionali e le residenze ducali da Sala Baganza a Colorno;
  • Pedonalizzazione e accessibilità centro storico: estensione delle aree pedonali sia nel centro storico (ex.: Via Garibaldi con spostamento autobus su Via Verdi) che nei “centri” dei quartieri e nelle aree in prossimità delle scuole; la riduzione del traffico motorizzato nelle vie centrali va accompagnata da un incremento della frequenza e degli orari di servizio dei mezzi pubblici, in particolare filobus e autobus elettrici. Va inoltre rivista la politica di accesso al centro storico semplificando e regolamentando diversamente la tariffazione e i permessi per le ZTL al fine di ridurre il traffico parassitario e di favorire i pedoni, i ciclisti, il trasporto pubblico e i sistemi di mobilità condivisa;
  • Estensione Zone 30: vanno ulteriormente estese le aree con limite di velocità a 30 km/h, installando dissuasori per traffico di attraversamento; lo spazio stradale va restituito ai pedoni, alle biciclette e al verde pubblico togliendolo alle auto, agli stalli di sosta e alle superfici asfaltate in un’ottica di riqualificazione degli spazi pubblici (petalo 2) e di adattamento ai cambiamenti climatici (petalo 4); l’intervento si deve accompagnare al miglioramento dell’accessibilità e agibilità per persone anziane e con difficoltà motorie e alla definizione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche;
  • Sharing con cura: sviluppare ulteriormente i servizi free floating di condivisione di mezzi di trasporto elettrici (bici, monopattini, auto) assicurando però la presa in carico da parte dei fornitori del rispetto del codice della strada e del decoro urbano da parte degli utenti, in particolare per quanto riguarda i punti di restituzione; promuovere anche con specifici incentivi il car sharing elettrico condominiale e di comunità e il car pooling per gli spostamenti casa-lavoro, in raccordo con le aziende e i rispettivi mobility manager; integrare servizi di car-sharing con città vicine, come Reggio Emilia, favorendo l’interscambio con i treni (Mediopadana) e gli altri mezzi pubblici.
  • Trasporto pubblico: rendere più attrattivo il trasporto pubblico progettando ed adottando una più efficace rete di percorsi che garantisca una maggiore frequenza di passaggio, feriale e festiva, e una maggiore copertura oraria serale sia in ambito urbano che suburbano collegando frazioni e aree produttive come la SPIP. Potenziare le linee da e per i comuni limitrofi per ridurre le auto in ingresso in città. Confermare la conversione elettrica di tutti gli autobus urbani TEP. Estendere le reti filobus e le corsie preferenziali dedicate;
  • Pianificazione e mobilità: integrare previsioni urbanistiche e mobilità sottoponendo a verifica viabilistica coerente con il trasporto pubblico e con l’accessibilità per ciclisti e pedoni i nuovi insediamenti e gli interventi di rigenerazione urbana; riformare l’agenzia della mobilità per garantire adeguate capacità di pianificazione a breve, medio e lungo termine, una maggiore trasparenza nei processi decisionali e un costante dialogo con la politica e i cittadini.
  • Parcheggi scambiatori: potenziare il sistema dei parcheggi scambiatori incrementando le frequenze di bus e prevedendo servizi di mobilità condivisa e altri servizi per gli utenti quali chiosco bar/edicola, bagni pubblici. Realizzare pensiline fotovoltaiche per garantire ombreggiatura e produzione di energia rinnovabile con punti di ricarica per i mezzi elettrici.

Manutenzione rete stradale: impegno nella manutenzione della rete stradale esistente, compresa la segnaletica luminosa, nella messa in sicurezza degli attraversamenti e delle aree di fermata dei bus e nella risoluzione di nodi e tratte critiche per il traffico, come San Prospero, con interventi mirati a saldo zero di consumo di suolo.

4. CLIMA ed ENERGIA

La guerra in Ucraina ha fatto capire quanto sia fondamentale l’autonomia energetica e quanto caro paghiamo il nostro ritardo sulle fonti rinnovabili. Ma c’è un costo ancora più alto per la nostra dipendenza dai combustibili fossili, che riguarda tutti, ed è l’emergenza climatica. La Scienza ci dice che non c’è più tempo da perdere se vogliamo evitare la catastrofe. Bisogna agire subito a tutti livelli per ridurre le emissioni climalteranti e affrancarsi dai combustibili fossili.

Recentemente, il Comune di Parma è stato selezionato dalla Commissione Europea tra le città della UE che parteciperanno alla Missione 100 città intelligenti a impatto climatico zero entro il 2030. Questa selezione, che salutiamo con favore, non è però un premio per quanto fatto finora, bensì un impegno per l’amministrazione comunale a mettere in campo azioni innovative e promuovere investimenti in tutti i settori, dai trasporti, al residenziale, al terziario, al produttivo per raggiungere già nel 2030 la neutralità climatica dell’intero sistema cittadino.

Significa di fatto più che raddoppiare l’ambizione degli obiettivi del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC), approvato dal Comune nemmeno un anno fa, che prevedeva di ridurre le emissioni del 46% al 2030. A fronte di questo rilancio, che non possiamo che condividere, l’amministrazione uscente ha però fatto ben poco nei due mandati per raggiungere gli obiettivi climatici, anzi, spesso ha sostenuto e promosso progetti infrastrutturali, come l’aeroporto Cargo, che vanno in direzione diametralmente opposta.

Sul fronte dello sviluppo delle fonti rinnovabili, in 10 anni il Comune è rimasto sostanzialmente al palo. Su quello della riduzione dei consumi di energia e dell’efficienza energetica, fatta salva la conversione a led dell’illuminazione pubblica, non si ricordano azioni ed investimenti particolarmente incisivi. Poco o nulla si è visto per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici. Il Comune ha poi cercato di disfarsi dell’Agenzia Territoriale per l’Energia e la Sostenibilità (ATES) che rappresenta invece uno strumento fondamentale per accompagnare la transizione energetica e climatica.

Per provare a raggiungere lo sfidante obiettivo della neutralità climatica al 2030 e non perdere le opportunità di finanziamento previste dalla CE, serve un deciso cambio di passo rispetto alle politiche attuate finora, anzi, c’è bisogno di una vera e propria rivoluzione in tutti i settori, non solo quelli gestiti dal Comune, che deve essere portata avanti con il concorso fondamentale dei cittadini e delle imprese del territorio comunale.

Le nostre proposte che si integrano con quelle dei petali 2,3 e 5:

  • Un Comune solare: va promossa e favorita sotto ogni forma l’installazione di impianti fotovoltaici su tutte le coperture idonee, sia pubbliche che private, su superfici già impermeabilizzate come i parcheggi, a cominciare da quelli scambiatori e delle Fiere, con pensiline che contribuiscono anche all’ombreggiamento, e in aree di cava e in zone dismesse. Entro il 2030 l’Amministrazione comunale deve puntare ad avere una produzione da FV pari o superiore ai propri consumi e fare in modo che l’obiettivo sia raggiunto anche dalle società partecipate e dagli altri enti pubblici a cominciare dall’Azienda Ospedaliera e Sanitaria e dall’Università, che può contribuire con le sue competenze e fare del Campus un modello di innovazione e sostenibilità a inquinamento ed emissioni zero.
  • Efficienza energetica negli edifici: con l’esaurirsi dell’ecobonus 110% non deve rallentare l’azione per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente. Il Comune dovrà semplificare le procedure, attivare propri incentivi e, attraverso ATES, fungere da consulente e facilitatore per permettere alle famiglie e agli amministratori condominiali di sfruttare al meglio gli incentivi statali e di accedere a finanziamenti e fondi di garanzia; tutti gli edifici di nuova costruzione od oggetto di ristrutturazione profonda dovranno essere ad emissioni zero, anticipando l’obiettivo al 2030 della direttiva europea; va tolto qualsiasi obbligo di allaccio al teleriscaldamento e data possibilità di recedere dal servizio per le case ad emissioni zero o in classe A;
  • Mobilità elettrica: attuare entro il mandato la conversione elettrica del parco mezzi degli enti pubblici; adottare adeguati strumenti di incentivo e di regolazione del traffico per promuovere, in ambito urbano, l’uso dei veicoli elettrici sia per il trasporto delle persone che delle merci; rafforzare l’infrastrutturazione di ricarica pubblica, aziendale e condominiale attivando accordi con gli operatori di mercato per garantire l’erogazione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili;
  • Edifici pubblici a consumo zero: di concerto con la Provincia e con ACER, reperire finanziamenti europei, nazionali e regionali per rendere, entro il 2030, tutte le scuole, gli impianti sportivi e gli immobili per edilizia residenziale pubblica strutture a consumo energetico ed emissioni zero.
  • Comunità energetiche: attraverso ATES va promossa e favorita la costituzione di comunità energetiche fra famiglie, associazioni ed imprese per l’autoconsumo distribuito dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici condivisi;
  • Agroenergie: il PNRR destina oltre 4,5 miliardi di euro alle aziende agricole per biometano, agri-voltaico e fotovoltaico su fabbricati rurali. Il Comune, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria agricole, di ARPAE, di ATES deve impegnarsi per facilitare i procedimenti autorizzativi e fare in modo che tali opportunità di finanziamento siano pienamente colte con l’obiettivo di rendere il comparto agricolo comunale autosufficiente sul piano energetico;
  • Sequestro del carbonio: per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2030 parte delle emissioni dovranno essere compensate attraverso azioni di sequestro del carbonio. In ambito agricolo, il Comune può promuovere, in collaborazione con Regione, Università e Azienda Agraria Sperimentale Stuard, la diffusione di pratiche di carbon farming e l’adozione di sistemi di scambio di credito di carbonio; in ambito urbano e periurbano vanno estesi gli interventi di riforestazione urbana avviati con il Consorzio del Kilometro verde. Il Comune deve inoltre incentivare negli interventi edilizi l’utilizzo di materiali della bio-edilizia.
  • Biometano da rifiuti organici: attivare accordo di fornitura con IREN affinché la quota parte di biometano prodotto con i rifiuti organici di Parma nel nuovo impianto in costruzione a Reggio sia utilizzata per alimentare i veicoli non elettrici delle linee extra-urbane TEP o in alternativa le centrali termiche del teleriscaldamento, abbattendo anche i costi per le utenze domestiche;
  • Strategia di adattamento: ogni intervento di rigenerazione e riqualificazione urbana dovrà essere progettato in coerenza con la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici e prevedere la riduzione delle superfici impermeabili (de-sealing) e l’incremento della infrastruttura a verde (petali 2 e 5) assicurando anche l’invarianza idraulica e di emissioni;
  • Agenzia per l’Energia: l’Agenzia Territoriale per l’Energia e la Sostenibilità (ATES) rappresenta uno strumento fondamentale per guidare la transizione energetica e climatica fornendo supporto e consulenza, oltre che agli enti pubblici, alle famiglie, agli amministratori condominiali, ai professionisti, alle imprese. Per tale motivo occorre rafforzare la dotazione di personale e allargare la compagine sociale a tutti i Comuni della provincia e alla stessa Amministrazione Provinciale

Assessorato alla sostenibilità e al clima: creazione di un assessorato e di una struttura tecnico-amministrativa dedicata per le politiche climatiche, energetiche e della sostenibilità che garantisca coerenza ed integrazione degli investimenti e degli interventi in tutti i settori di competenza dell’amministrazione

5. VERDE E QUALITA’ AMBIENTALE

La qualità ambientale è un fattore chiave per la salute umana, per la qualità della vita e per la stessa economia, tanto più in una realtà come quella di Parma che basa molta della sua ricchezza, del suo lavoro e della sua reputazione su produzioni agroalimentari di pregio legate al territorio. A Parma, prima e più che altrove, si deve puntare ad attuare l’obiettivo dell’inquinamento zero fissato dal Green Deal europeo, oltre che quello del saldo zero di consumo di suolo. Le condizioni da cui si parte non sono però tra le migliori.

La situazione della qualità dell’aria, in particolare per l’inquinamento da polveri sottili e biossido di azoto, nonostante un trend di lieve diminuzione, resta pessima con ripetuti sforamenti dei limiti di legge e, ciò che più importa, pesanti impatti sulla salute certificati dalle autorità sanitarie. Sebbene una parte non trascurabile di questo inquinamento dipenda da fonti esterne all’ambito comunale, molto può essere fatto anche a scala locale in coordinamento con gli altri Comuni e con i piani regionali e di bacino padano.

Anche la qualità delle acque non presenta dati particolarmente confortanti. Le acque superficiali del reticolo idrico minore, a causa di scarichi puntuali e diffusi, hanno in prevalenza uno stato ecologico scarso. Le acque di falda utilizzate per scopi idropotabili registrano punti di prelievo con concentrazioni di nitrati superiori ai limiti di 50 mg/l e richiedono trattamenti di potabilizzazione per essere immesse nella rete acquedottistica.

In tema di economia circolare e rifiuti, per quanto con il porta a porta si siano raggiunti risultati significativi in termini di raccolta differenziata (oltre l’80%), si riscontrano per alcune matrici bassi valori di recupero e riciclo e resta ancora spazio per ridurre la produzione pro capite di rifiuti indifferenziati.

In generale occorre ridurre l’impronta ecologica della città e le pressioni antropiche sugli ecosistemi locali avendo anche cura di tutelare la biodiversità. Su questo versante risulta cruciale migliorare la gestione del verde e dei parchi, che in questi anni è stata particolarmente deficitaria, incrementare i corridoi ecologici e le superfici boscate e salvaguardare la naturalità dell’area fluviale Parma e Baganza, una vera ricchezza della città. Nella consapevolezza che le azioni sul verde giocano anche un ruolo fondamentale per la mitigazione dell’inquinamento, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la vivibilità dello spazio urbano. Le proposte che seguono si integrano e sono strettamente connesse con quelle dei petali 2, 3 e 4:

  • Invarianza emissiva trasformazioni urbane: Applicazione del principio dell’invarianza emissiva previsto dal Piano Aria Integrato Regionale per ogni intervento infrastrutturale, di rigenerazione, di insediamento produttivo o commerciale e di nuova urbanizzazione;
  • Abbasso gli scarichi: unitamente alla promozione della conversione elettrica dei veicoli pubblici e privati (petali 3 e 4), va assicurato il rispetto delle limitazioni introdotte per la circolazione dei veicoli più inquinanti adottando sistemi di monitoraggio innovativi e semplificando il quadro regolatorio; va garantito il pieno rispetto degli standard emissivi delle caldaie a gas e va promossa, negli interventi di riqualificazione energetica (petalo 4), la conversione a sistemi di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore;
  • Emissioni agricole: promuovere e favorire la realizzazione di impianti consortili per la gestione ed il trattamento dei liquami zootecnici con produzione di biometano (petalo 4) e di biodigestato al fine di ottimizzare la fertilizzazione, minimizzare le perdite di nitrati verso le falde e le emissioni di metano ed ammoniaca in atmosfera (precursore del particolato);
  • Lotta al rumore: il rumore è una forma di inquinamento che ha dimostrati impatti sulla salute e la qualità di vita delle persone. L’elettrificazione delle auto e dei motocicli, così come quella di autobus e autocarri, porterà tangibili benefici su questo versante; vanno riviste modalità e mezzi di spazzamento delle strade; va realizzata la zonizzazione acustica dell’aeroporto, tuttora mancante;
  • Acque pulite: ricognizione e mappatura degli scarichi diretti in acque superficiali e progressiva bonifica e allacciamento alla rete fognaria inserendo gli interventi nel piano degli investimenti del sistema idrico integrato; predisposizione di un piano di intervento per l’adeguamento e l’ammodernamento del sistema fognario; creazione di fasce tampone naturali e riqualificazione del reticolo idrografico minore; promozione negli abitati sparsi di sistemi di fitodepurazione;
  • Ridurre, recuperare, riciclare: sviluppare progetti con la grande distribuzione e campagne educative rivolte a scuole e cittadinanza per la lotta allo spreco e la prevenzione della produzione di rifiuti, in particolare imballaggi e prodotti usa e getta. Favorire il compostaggio domestico e di comunità, inserendo quest’ultimo nel regolamento comunale. Promuovere il consumo dell’acqua da rubinetto attraverso sistemi di igienizzazione a basso utilizzo di cloro e incrementare le casette dell’acqua anche come forma di rigenerazione e creazione di spazi di comunità;
  • Parco fluviale: tutelare la naturalità dell’ambito fluviale urbano ripristinando ed estendendo l’Area di Riequilibrio Ecologico del torrente Parma e sistemando le connessioni naturali e ciclopedonali con la cassa d’espansione. Concordare con AIPO un piano di gestione e di fruizione della cassa d’espansione del torrente Parma. Intervenire sulle aree golenali e arginali, rimuovendo tutti gli abusi ed avviando procedure di delocalizzazione degli insediamenti incongrui, per restituire spazio ai torrenti, alla naturalità, alla sicurezza ed alla fruizione collettiva. In particolare, deve essere rispettato quanto previsto dal PAI sulla riqualificazione dell’argine del Baganza in via Montanara;
  • Tutela della biodiversità: Salvaguardare la biodiversità urbana, approfondendone la conoscenza e adottando modalità di intervento sugli edifici e di gestione del verde attente alle forme di vita presenti. Azzerare l’utilizzo di diserbanti chimici nelle manutenzioni delle pertinenze stradali; organizzare in modo adeguato la lotta alla zanzara tigre e ad altri potenziali vettori di agenti patogeni, intervenendo secondo i protocolli regionali ed evitando un abuso di prodotti da parte dei privati, destinare alcune aree alla libera evoluzione naturale; promuovere la costituzione di un Biodistretto a livello provinciale e la diffusione di pratiche bio ed agro-ecologiche, designare un rappresentante del Comune di Parma nell’Ente Parchi Emilia Occidentale, in vista di un suo rafforzamento;
  • Una città amica del verde: dare attuazione al Piano del Verde rafforzando la struttura gestionale e di controllo del Comune, affidando la manutenzione del verde pubblico su più lotti a soggetti diversi, coinvolgendo le imprese e le associazioni del terzo settore nella gestione di spazi ed informando in modo tempestivo e trasparente i cittadini degli interventi di potatura o abbattimento; garantire il rispetto e l’attuazione delle disposizioni contenute nei nuovi Criteri Minimi Ambientali (CAM); rivedere la politica degli sfalci per preservare aree fiorite nei parchi; promuovere l’educazione e la formazione dei cittadini sulla gestione del verde privato;
  • Boschi di città: estendere le superfici boscate e le piantumazioni in ambito urbano e periurbano con fini di mitigazione dell’inquinamento, adattamento climatico e sequestro del carbonio (petalo 4), garantendo adeguata gestione delle piante in fase di avvio dell’impianto; creare connessioni con i corridoi ecologici costituiti dal reticolo idrografico minore;
  • Protezione del cielo notturno. Ridurre l’inquinamento luminoso attraverso un effettivo controllo delle norme, l’integrazione del piano luce con misure specifiche, l’utilizzo di misure di temporizzazione e di sensori di occupazione, l’organizzazione di spegnimenti programmati per iniziative di osservazione del cielo.  

Contabilità ambientale: adozione di un sistema di contabilità ambientale open-data consultabile on-line dai cittadini, per la misurazione e valutazione dello stato delle principali matrici ambientali e dell’impatto delle attività antropiche attraverso sistemi innovativi di monitoraggio diffuso.

6. SALUTE, SPORT E QUALITA’ DELLA VITA

Per quanto i servizi sanitari non siano materia di gestione diretta dei Comuni, l’amministrazione comunale può e deve fare di più per la salute dei cittadini. A livello mondiale ed europeo si va affermando sempre di più l’approccio olistico dell’One Healthche riconosce che la salute delle persone è indissolubilmente legata e interconnessa alla qualità dell’ambiente, agli stili di vita e di alimentazione, alla salute degli animali e degli ecosistemi. Da questo punto di vista, il Comune, oltre ad erogare servizi socio-assistenziali essenziali, può concorrere in maniera determinante alla prevenzione dei rischi per la salute e alla qualità di vita dei propri cittadini attraverso le politiche per l’ambiente, per il sociale, per lo sport, per l’educazione, per il benessere degli animali di affezione.

Va poi evidenziato che il Sindaco, fatte salve le funzioni affidate allo Stato e alle Regioni, rimane comunque l’autorità sanitaria locale, con poteri di ordinanza in materia di igiene e sanità pubblica, e presiede la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria che ha compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento e verifica dei risultati delle politiche sanitarie territoriali a livello provinciale. Un ruolo mai compreso e del tutto trascurato dal Sindaco uscente anche nel periodo della pandemia.

La nuova amministrazione dovrà rimettere al centro dei suoi obiettivi, in modo trasversale ed integrato, le politiche per la salute esercitando appieno le proprie prerogative negli ambiti che le competono. E il nuovo Sindaco dovrà riassumere il proprio ruolo di coordinamento e di indirizzo all’interno della Conferenza Territoriale, nonché di rappresentanza dei fabbisogni del territorio e dei cittadini verso la Regione, l’Azienda Sanitaria Locale e l’Azienda Universitaria Ospedaliera.  

Le nostre proposte:

  • Sindaco garante della salute pubblica: esercitare attivamente il ruolo di presidenza della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria, che spetta al Comune capoluogo, colpevolmente trascurato in questi anni di pandemia, al fine di promuovere attivamente politiche di prevenzione e assistenza domiciliari e sul territorio che siano in grado di limitare le necessità di ospedalizzazione, soprattutto di ricorso al pronto soccorso;
  • Case della Salute: Completare e rilanciare il sistema delle Case della Salute, affinché diventino il primo punto di riferimento sanitario per i cittadini, con i medici di famiglia in rete, con servizi di presidio della Azienda Usl in una duplice ottica di cura e di educazione alla salute, facilitando l’accesso e la prenotazione degli esami, l’approvvigionamento dei farmaci ospedalieri, la definizione di programmi di assistenza domiciliare, in raccordo con i Servizi sociali del Comune e valorizzando le esperienze dell’associazionismo del terzo settore; rendere le Case della Salute veri centri di riferimento di ogni quartiere, fruibili dai cittadini prima di tutto dal punto di vista assistenziale, ma anche culturale, sociale, e di volontariato.
  • Sinergie Ospedale-AUSL: Rivedere, in un rapporto dialettico con la Regione, la decisione dell’accorpamento di Azienda Usl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma che si sta configurando come una mera operazione di contenimento costi,  con conseguente appannamento degli indirizzi specialistici delle attuali due aziende sanitarie e marginalizzazione del ruolo dell’Università, che rischia di tradursi in una riduzione di servizi ai cittadini, già colpiti da una minor offerta di prestazioni dovuta alla emergenza covid;
  • Citizen-science: avvio di progetti pilota di monitoraggio della qualità dell’aria sui percorsi casa-scuola in stile citizen-science per favorire una educazione e conoscenza diretta dei rischi per la salute connessi allo smog, in modo da creare itinerari protetti nei pressi degli istituti scolastici;
  • Sport per tutti e per tutte le età: lo sport gioca un ruolo fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone, ma anche per l’inclusione sociale e la prevenzione di fenomeni di bullismo tra gli adolescenti. Occorre approntare assieme alle società sportive e organizzazioni del terzo settore l’erogazione di corsi per lo svolgimento di attività motorie/sportive inclusive per le due distinte fasce d’età d’infanzia e adolescenza, garantendo al contempo la formazione degli operatori sportivi; vanno ripristinati i giochi della gioventù, in ottica moderna, a partire dall’esperienza di Giocampus, progetto di successo che deve continuare nella sua autonomia; va sviluppata la pratica sportiva tra gli studenti in raccordo con il CUS;
  • Impianti sportivi: per garantire l’attività sportiva servono impianti e luoghi dove praticarla. Va garantito un pieno utilizzo e una riqualificazione degli impianti indoor esistenti, in rete con quelli delle associazioni sportive, a partire dalle palestre delle scuole, assicurando una dotazione adeguata in tutti i quartieri. Per i grandi impianti pubblici, come il Palazzetto dello Sport e la piscina di Via Zarotto, attualmente chiusa, vanno approntati progetti e reperite le risorse per la loro riqualificazione e messa a norma anche in ottica di risparmio energetico e vanno ripensate le stesse forme di gestione valutando anche una presa in carico diretta da parte del Comune; il Comune deve inoltre garantire supporto tecnico-gestionale alle società sportive per la partecipazione a bandi di finanziamento;
  • Sport nei parchi a costo zero: il modello Cittadella va replicato in tutti i parchi cittadini che devono diventare luoghi per praticare individualmente o in gruppo il fitness, lo yoga e tutti gli sport, dal basket, al calcetto, al beach volley, al ping-pong come avviene in tutte le città europee;
  • Stili di vita e alimentazione: il Comune deve promuovere educazione e informazione scientifica diffusa alla salute, alla prevenzione, alla alimentazione, ai corretti stili di vita, alla sostenibilità. Per quanto riguarda l’alimentazione vanno promossi progetti nelle scuole di primo e secondo grado sfruttando le opportunità della L.R. 29/2002 e va garantito l’utilizzo di prodotti biologici e locali nei servizi pubblici di ristorazione collettiva, in coerenza con il progetto di biodistretto provinciale (petalo 5); va promossa la mobilità ciclo-pedonale anche per i suoi benefici sulla salute e la forma fisica;
  • Animali di affezione: cani, gatti e altri animali di affezione contribuiscono alla salute delle persone e anche la loro salute deve essere curata e tutelata. Per troppo tempo l’amministrazione comunale ha trascurato il polo integrato degli animali di affezione sia per quanto riguarda le strutture, che devono essere riqualificate, che per i servizi erogati, con particolare riferimento al servizio veterinario e all’anagrafe canina; serve tutt’altro impegno ed attenzione anche nei riguardi dei volontari e del loro insostituibile lavoro; va inoltre previsto un servizio di cure veterinarie gratuite per persone indigenti e senza tetto;
  • Igiene pubblica: vanno promosse campagne per garantire l’igiene pubblica (ad esempio raccolta deiezioni dei cani) ed interventi mirati e sostenibili per il controllo della popolazione di insetti o di altri animali potenziali vettori di malattia, prevenendo e intervenendo su situazioni di degrado e di abbandono rifiuti; va applicato in modo effettivo e corretto il protocollo regionale per il controllo della zanzara tigre; va incrementata la dotazione di servizi igienici pubblici, oggi fortemente carente, avendo cura della qualità degli involucri, degli inserimenti architettonici e della pulizia e gestione.
  • Ginnastica per la mente: tenere la mente allenata e attiva e avere relazioni sociali è fondamentale, soprattutto per la salute psico-fisica degli anziani; per tale motivo, in raccordo con le tante associazioni culturali e di promozione sociale va promossa e sostenuta la cultura diffusa (petalo 10), fatta di incontri, iniziative e seminari, mettendo a disposizione senza oneri le sale comunali;

Contrasto a ludopatie e dipendenze: con la pandemia il fenomeno si è acuito. Servono servizi di ascolto e di assistenza e azioni di prevenzione già a partire dalle scuole;

7. INCLUSIONE SOCIALE – CASA – LOTTA ALLA POVERTÀ

La pandemia, con l’isolamento e la crisi economica che ne sono conseguiti, e, da ultimo, le incertezze e il caro dei prezzi di energia e alimenti generati dalla guerra in Ucraina, hanno acuito le situazioni di povertà e di fragilità sociale e fatto crescere il numero di persone e di famiglie con bisogni di sostegno, accompagnamento e assistenza.

L’ultimo rapporto della Caritas sulla povertà a Parma, che fotografa la situazione prima della guerra, segnala un incremento delle persone in stato di povertà relativa (stimate in oltre 30.000) e un’impennata del numero dei pasti e dei pacchi viveri somministrati dalle mense dei poveri. Aumentano anche i casi di morosità per le utenze e per gli affitti e il numero degli sfratti, sull’ordine di 3.000, specchio di un’altra faccia della povertà che è quella abitativa. Sono infatti più di 2.000 le famiglie in lista di attesa che attendono l’assegnazione di alloggi sociali.

Le condizioni di isolamento legate al lock-down, così come l’incertezza e le paure sul futuro, hanno poi accentuato il numero di soggetti con disagio psichico e sociale, in particolare fra gli adolescenti più fragili restati lontano dalla scuola e dalle attività sportive per mesi, e tra gli anziani, colpiti oltremodo dagli effetti del Covid-19 e privati di contatti e relazioni sociali, sia nell’ambiente domestico che nel contesto delle residenze assistite. Anche le persone con disabilità, e le loro famiglie, hanno particolarmente sofferto l’interruzione forzata dei percorsi di inclusione e delle attività di interazione sociale.

Pur nella cronica scarsità di risorse in rapporto ai fabbisogni crescenti, occorre da parte del Comune un rinnovato sforzo progettuale e organizzativo, facendo il più possibile sinergia e rete con tutti gli enti, gli istituti, le cooperative, le organizzazioni del terzo settore, le società sportive, le istituzioni religiose e i privati che a vario titolo si occupano della dimensione sociale, per guidare e mettere in campo strategie di prevenzione delle criticità e garantire, laddove servono, servizi il più possibile personalizzati, interventi domiciliari e di prossimità e percorsi di integrazione ed inclusione; in parallelo vanno ricercati, a livello regionale e nazionale, e attraverso partenariati pubblico-privato fondi per investimenti sul potenziamento e la riqualificazione delle strutture di assistenza e sull’edilizia residenziale pubblica.

Le proposte:

  • Prevenire sfratti e morosità: le persone e le famiglie povere, quando hanno una casa, sono in affitto con un costo che incide oltre il 40% sul reddito familiare; serve una maggiore e più stretta collaborazione con la Prefettura e le varie istituzioni coinvolte per monitorate le situazioni di difficoltà economica ed intervenire preventivamente utilizzando in maniera più efficace e mirata i fondi per l’affitto e le morosità inconsapevoli; occorre prevedere servizi di accompagnamento per guidare ed aiutare, chi ne ha diritto, ad accedere al reddito di cittadinanza e ai vari bonus sulle bollette introdotti dal governo attivando anche appositi sportelli presso la società partecipata Iren;
  • Una casa per tutti: al fine di azzerare le liste di attesa, occorre incrementare sostanzialmente il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ERP) sia con interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica di quello esistente, sia recuperando i tanti appartamenti pubblici e di istituzioni religiose inutilizzati, sia soprattutto sollecitando Regione e Governo a finanziare un programma pluriennale di nuova edilizia residenziale pubblica (ERP) a consumo energetico zero. Per gli edifici ERP il costo delle bollette incide sul reddito delle famiglie molto più del costo di locazione: ridurre a zero i consumi (petalo 4) è un esempio di come la conversione energetica e la riduzione delle emissioni generi anche benefici economici e sociali;
  • Ottimizzazione risorse ed interventi: il Comune si farà carico di creare un coordinamento dei Servizi Sociali, enti del terzo settore ed enti religiosi per mettere in condivisione gli elenchi delle persone supportate ed aiutate in modo da ottimizzare le risorse, evitando duplicazioni degli aiuti ed abusi a scapito di altre famiglie che risulterebbero altrimenti escluse.
  • Alimenti per gli indigenti: il Comune, in raccordo con il Centro Agroalimentare, la Regione, la grande distribuzione organizzata, le aziende, deve farsi parte attiva affinché siano attuate azioni strutturali di prevenzione dello spreco alimentare, in particolare del fresco, e siano adottate piattaforme stabili di distribuzione delle eccedenze di mercato agli indigenti attraverso le mense, il banco alimentare, l’emporio market solidale; va inoltre promossa la creazione di orti urbani a beneficio dei più indigenti;
  • Politiche per la non autosufficienza degli anziani: vanno privilegiati gli interventi domiciliari e di prossimità e vanno sostenute le famiglie che assumono assistenti familiari e caregiver fornendo anche servizi di formazione, di selezione di professionisti (albo) e di tutoraggio pubblico, in particolare per la cura di anziani con malattie degenerative che richiedono interventi specialistici differenziati; per anziani parzialmente non autosufficienti e senza reti familiari, vanno promosse forme di residenzialità leggera, in cohousing, con servizi comuni, portineria sociale, in modo da ritardare l’ingresso nelle strutture residenziali; serve maggiore flessibilità di utilizzo e di servizio nei centri diurni per andare incontro alle esigenze delle famiglie; vanno coniugate risorse pubbliche e private all’interno di una rete complessiva di servizi e progetti in grado di offrire maggiore qualità di accompagnamento e assistenza alle persone anziane ed alle loro famiglie in modo che non vi siano situazioni di isolamento e solitudine di cura;
  • Progetti di vita per la disabilità: va riattivato un servizio dedicato del Comune con un disability manager che lavori in sinergia con gli altri settori per fare in modo che l’azione amministrativa complessiva abbia adeguata considerazione delle tematiche connesse alla disabilità (ex: accessibilità e mobilità, verifica dell’installazione di giochi inclusivi nelle aree verdi, accoglienza nei negozi, ecc.); i servizi per le persone con disabilità e per le loro famiglie devono essere il più possibile personalizzati e Comune e AUSL devono lavorare in stretto collegamento tramite l’Unità di valutazione multidimensionale; particolare attenzione va dedicata al passaggio critico dalla scuola alla vita adulta con progetti specifici che favoriscano una vita indipendente e l’inserimento lavorativo garantendo le condizioni per una scelta autonoma; va fornito adeguato sostegno alle famiglie che si fanno carico della cura domiciliare e garantiti percorsi di presa in carico per il Dopo di Noi;
  • Adolescenza: l’aumento di richieste di aiuto ai servizi per disturbi psicologici e del comportamento e l’incremento degli allontanamenti dalle famiglie e le denunce per reati di minorenni, pongono la necessità di un’attenzione prioritaria all’adolescenza che richiede accompagnamenti adeguati e diffusione di esperienze, anche di educativa di strada, che diano ascolto, aiuto, motivazione e protagonismo sociale a chi è o si sente ai margini;
  • Cabina di regia per i minori: il Comune deve promuovere una cabina di regia che metta in comunicazione in modo efficiente i servizi pubblici comunali, le aziende sanitarie, la scuola e tutte le realtà del terzo settore che si occupano dei minori della città e in particolare delle fasce più deboli: bambini e adolescenti bisognosi di tutela, quelli che hanno delle certificazioni sulla base della Legge 104, con situazioni di autismo o con fragilità di tipo sociale;

Lo sport per il sociale: l’attività sportiva di gruppo svolge una importante funzione di inclusione e pedagogia sociale, può consentire di individuare e segnalare situazioni fragili tra i giovani e i giovanissimi prima che sia richiesto l’intervento dei servizi sociali e può prevenire fenomeni come il bullismo e le manifestazioni violente in particolare nell’età adolescenziale (vedi petalo 11);

8. SCUOLA E SERVIZI EDUCATIVI

La scuola è una palestra di cittadinanza consapevole e di integrazione e la cultura che veicola è l’unico strumento efficace per prevenire la violenza, l’ingiustizia, la povertà, il degrado etico e civile. Per questo riteniamo sia dovere dell’amministrazione comunale garantire la qualità dei percorsi educativi e formativi a tutti e a tutte, attraverso un maggiore impegno di persone, risorse e competenze, soprattutto dopo l’incremento degli abbandoni scolastici e delle situazioni di fragilità e disagio adolescenziale causati dalla pandemia.  

L’obiettivo dell’istruzione per tutti deve applicarsi già a partire dalla primissima infanzia. Va quindi assicurata a tutti i bambini della fascia 0-6 l’accessibilità ai servizi educativi (nidi e scuole d’infanzia) ampliando l’offerta del servizio, abbassando i costi per le famiglie in funzione del reddito e del numero dei figli, garantendo maggiore flessibilità negli orari per conciliare le esigenze lavorative dei genitori. Va inoltre programmata la realizzazione di nuove strutture in base ai fabbisogni reali del territorio e attribuendo grande valore sociale al nido di quartiere.

Le scuole tutte devono diventare spazi aperti per il quartiere al di fuori dell’orario scolastico: laboratori famiglia e di cittadinanza attiva, officine del progetto giovanile, luoghi di integrazione e di formazione, di scambio interculturale e intergenerazionale.

In coerenza con gli obiettivi climatici ed energetici assunti dal Comune, serve poi un programma di investimenti sulle strutture e gli involucri esistenti per migliorarli sul piano sismico e della sicurezza e renderli a consumo ed emissioni zero entro il 2030. Gli edifici stessi devono diventare strutture educanti, modelli di sostenibilità energetica ed ambientale.

Le proposte:

  • Qualità dei servizi educativi 0-6: al fine di mantenerne e se possibile migliorarne il già alto livello qualitativo, è necessario che sia il Comune a svolgere un’efficace azione di indirizzo, di controllo e di coordinamento dei soggetti pubblici e privati coinvolti, sia per quanto riguarda gli aspetti pedagogici e didattici, che in relazione alla qualifica, alle condizioni lavorative e alla formazione del personale, per tutti i livelli contrattuali. L’obiettivo prioritario deve essere quello di fornire la stessa qualità di servizi per tutte le strutture, definendo obiettivi strategici ed operativi collegati alle risorse a disposizione e coordinando la valutazione delle performance dell’organizzazione e del personale;
  • Coordinamento pedagogico: nell’ottica di un miglioramento continuo dei servizi erogati, istituire un coordinamento pedagogico unico per nidi e scuole dell’infanzia formato da coordinatori con competenze diversificate 0-3 e 3-6 che diano continuità ai percorsi pedagogici; va poi creata una rete tra i soggetti che possono contribuire ad una offerta educativa di alto livello come l’Università sfruttando tutte le aree di insegnamento e di ricerca;
  • Nuove scuole per l’infanzia: vanno ultimati i lavori per la scuola dell’infanzia di Fognano, fermi da oltre 10 anni e solo di recente finanziati, e vanno previste strutture nido e scuola per l’infanzia presso la SPIP, agevolando così in termini di tempo e di mobilità le molte persone con figli piccoli che vi lavorano (in tutto oltre 10.000 occupati), e il Campus;
  • Scuole sicure a impatto zero: in raccordo con l’Amministrazione provinciale va avviato un programma di investimenti per migliorare la sicurezza delle scuole e azzerare i consumi energetici e le emissioni entro il 2030 (petalo 4) reperendo risorse all’interno del PNRR e di altri canali di finanziamento statali e regionali;
  • Patto intergenerazionale: fare delle scuole un luogo di incontro, di scambio di saperi, di reciproca formazione tra giovani e anziani ponendo attenzione all’ecologica delle relazioni;
  • Interculturalità ed integrazione: la società sta cambiando e le relazioni in tutti gli ambienti sono sempre più interculturali. Il nido e la materna possono essere un luogo privilegiato per la preparazione di un ambiente meno conflittuale tra gli studenti dei cicli scolastici successivi. Oltre alle molteplici attività fatte tra i bambini del nido e della materna è importante anche organizzare attività per i genitori stranieri che possano favorire la comprensione della lingua, il coinvolgimento, l’autonomia e l’integrazione di queste famiglie;
  • Sostegno educativo: nel settore educativo domiciliare, nei servizi della fascia 0-6 e in tutto il sostegno educativo alla disabilità, avviare in modo sperimentale forme di “coprogettazione” tra Comune e Privato Sociale che ha in appalto questi servizi, per tenere ferma la bussola della qualità che caratterizza la nostra tradizione sia amministrativa che cooperativistica. Da questo punto di vista va valorizzato e riconosciuto adeguatamente il lavoro degli Educatori, il cui operato risulta essere una risorsa indispensabile per garantire l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali;
  • Progetti educativi: promuovere progetti educativi prioritari a favore delle scuole, con particolare attenzione a social media e nuove dipendenze, abuso di alcol e uso di droghe, differenze di genere, educazione affettiva e sessuale, bullismo e cyberbullismo, in stretto coordinamento con le iniziative dell’AUSL e delle scuole;
  • Flessibilità orari e tempo pieno: per andare incontro alle esigenze dei genitori, in particolare delle madri, va promossa e sostenuta la transizione del processo didattico dalla sola mattina alla modalità a “tempo pieno” e resi più flessibili gli orari di nidi e scuole per l’infanzia;
  • Scuole serali per adulti: vanno rilanciate le scuole serali per adulti che devono essere ripristinate e valorizzate per una adeguata crescita del tessuto socio-culturale cittadino e per garantire una educazione permanente;
  • Mense scolastiche: abbassare le rette delle mense scolastiche, adeguandole al reddito; curare il dialogo con le famiglie per il miglioramento generale del servizio e per rivedere i menù adattandoli maggiormente alle esigenze dei bambini; promuovere negli appalti la fornitura di prodotti e alimenti da agricoltura biologica (petalo 6);
  • Orti nelle scuole: creazione di cortili verdi in ogni scuola, di orti, compostiere, e nuove piantumazioni per dare impulso e concretezza alla sensibilizzazione ambientale dei bambini e dei ragazzi.

9. SVILUPPO ECONOMICO, LAVORO E INNOVAZIONE

Parma si contraddistingue per i suoi prodotti a denominazione di origine e per i marchi agro-alimentari di qualità che sono noti ed esportati in tutto il mondo. Oltre metà del fatturato industriale è prodotto dal settore agroalimentare e da quello della meccanica ad esso connessa. Parma ospita inoltre fiere di rilevanza internazionale, come Cibus, poli di ricerca e sperimentazione, scuole universitarie di alta formazione. E’ citta creativa Unesco per la gastronomia e sede dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare. Tutto questo porta, a buon titolo, a celebrare Parma come capitale della Food Valley.

Purtroppo, però, le scelte urbanistiche e infrastrutturali del Comune, come pure di altri enti, non sono state negli anni coerenti con questa vocazione, anzi, hanno deteriorato e ancora minacciano la risorsa che sta alla base delle produzioni e della loro immagine, ovvero il territorio e il suo paesaggio.

Le precedenti amministrazioni di centro-destra hanno promosso un consumo di suolo e una dispersione urbana incontrollati che ha trovato il suo freno solo nella crisi economica conseguente all’esplosione della bolla immobiliare del 2011. L’amministrazione uscente non ha nei fatti invertito la rotta, ma anzi ha consentito l’insediamento di nuovi centri logistici ad alto consumo di suolo e ha promosso infrastrutture inquinanti e impattanti come l’Aeroporto cargo e la Via Emilia Bis.

Se davvero si vuole tutelare e promuovere l’economia della Food Valley, servono scelte coerenti anche in tema di pianificazione territoriale e di infrastrutture. Il saldo zero di consumo di suolo va realmente applicato e non semplicemente enunciato. I nuovi insediamenti produttivi devono essere occasione di rigenerazione di aree già urbanizzate e portare lavori qualificati ad alto tasso di innovazione in linea con gli obiettivi di transizione energetica ed ecologica e di economia circolare. I voli cargo, i camion e i capannoni per la logistica vanno lasciati ad altri e semmai limitati alle aree ancora disponibili del CEPIM connesse con la rete ferroviaria.  

Lo stesso discorso vale per il piccolo commercio. La stagione dei grandi centri commerciali, che l’attuale amministrazione non ha voluto davvero superare autorizzando la costruzione del più grande di tutti, ossia il Mall di Baganzola, ha inferto un duro colpo al tessuto del piccolo commercio già prima dell’avvento dell’E-commerce e degli effetti nefasti della pandemia. Servono ora politiche di sostegno innovative e mirate per rivitalizzarlo ed evitare la completa desertificazione, soprattutto nel centro storico. E anche per il turismo, altro settore con un rilevante potenziale economico che trova nell’agroalimentare uno dei suoi motori, serve una politica coerente che tuteli il paesaggio e leghi maggiormente la città al suo territorio rendendolo fruibile attraverso una rete di percorsi a mobilità dolce.

Le proposte:   

  • Parma Food Policy: rafforzare l’immagine di Parma come sistema alimentare sostenibile e di qualità promuovendo la creazione di un bio-distretto provinciale (petalo 4) e adottando una Parma Food Policy (PFP) con l’obiettivo di valorizzare le filiere corte locali e la biodiversità agricola e di mettere a sistema l’approvvigionamento del cibo per renderlo disponibile e accessibile ai suoi cittadini, valorizzando il territorio e il paesaggio agricolo periurbano, garantendo i diritti e la sicurezza dei lavoratori anche nel quadro della legge regionale per l’economia solidale;
  • Mercati alimentari: Parma capitale della Food Valley e Città gastronomica Unesco non ha un mercato alimentare permanente degno di questo nome. In raccordo con il gestore dell’area, va ristabilita la vocazione alimentare dello spazio mercatale della Ghiaia e realizzato un mercato alimentare permanente al coperto che potrebbe trovare spazio nei padiglioni dell’ex deposito TEP (Petalo 1); vanno promossi e creati nuovi mercati contadini nei quartieri e nelle frazioni sfruttando anche i finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale;
  • Centro Agroalimentare (CAL): superata la fase più critica, il CAL deve proseguire nella azione di rilancio già avviata puntando a sviluppare collaborazioni e piattaforme internazionali e a rafforzare l’integrazione con gli altri CAL della Regione, anche sul piano societario;
  • Fiere di Parma: dopo la negativa dismissione di quote societarie da parte di Comune e Provincia nel 2017, il Comune e gli altri soci pubblici devono preservare la loro quota di partecipazione di maggioranza e mantenere il controllo e l’indirizzo gestionale; va ulteriormente promossa la proiezione internazionale e la collaborazione con altri poli fieristici assicurando però il radicamento territoriale di fiere come Cibus;
  • Commercio: va tutelato e sostenuto il piccolo commercio anche per il suo fondamentale contributo al presidio sociale e alla vitalità del tessuto cittadino. Da questo punto di vista va chiusa definitivamente la stagione dei grandi centri commerciali e vanno trovate soluzioni di riutilizzo e conversione di uso per quelli che versano in stato di semiabbandono (ex: centro le Vele di San Prospero); occorre ridurre gli oneri e le tariffe a carico dei piccoli esercizi commerciali, ad esempio attivando la tariffa a corrispettivo per i rifiuti con possibilità di scaricare l’IVA, e semplificare le pratiche amministrative; vanno individuate agevolazioni e defiscalizzazioni per la riapertura dei negozi sfitti facilitando anche l’insediamento di attività temporanee; serve infine flessibilità nei controlli per il rispetto delle norme attivando l’istituto della diffida prima di procedere a sanzioni.
  • Turismo: occorre incrementare un turismo di qualità con un’offerta che sappia trattenere per più notti i visitatori superando la politica degli eventi mordi e fuggi e di manifestazioni incoerenti con la vocazione ambientale ed agroalimentare di Parma (stop alla Mille miglia); va promosso un turismo esperienziale che leghi maggiormente città e territorio con un approccio di area vasta e un’offerta integrata in raccordo con la Destinazione Turistica Emilia; in quest’ottica, e in coerenza con lo sviluppo della mobilità sostenibile (petalo 3), vanno rafforzati i percorsi ciclo-escursionistici in entrata ed in uscita dalla città per collegarli ai luoghi di produzione delle eccellenze gastronomiche, ai punti di interesse storico-ambientale del territorio (Paradigna, le regge ducali, i castelli, i parchi regionali e nazionale) e alle grandi direttrici sovra regionali come la Ti-Bre dolce, la Via Francigena, la ciclovia del Po VenTo; nei periodi di bassa stagione va promosso il turismo congressuale e quello legato all’organizzazione di eventi sportivi
  • Dimensione europea: va messa in valore la presenza dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e della Scuola Europea che rappresenta un formidabile strumento di marketing per profili lavorativi qualificati; va rilanciato il Collegio Europeo;
  • Transizione digitale: portare la banda larga nelle frazioni e negli insediamenti sparsi del territorio peri-urbano e rurale sfruttando le specifiche risorse previste dal PNRR per le aree grigie e bianche a fallimento di mercato; supportare e promuovere la digitalizzazione dei servizi e la formazione degli operatori economici;

Innovazione e lavoro: il Comune deve lavorare in sinergia con l’Università e le imprese per promuovere e attrarre l’insediamento di attività di ricerca e di innovazione e la formazione del capitale umano, che è la base di qualsiasi sviluppo, creando i presupposti per l’inserimento lavorativo sul territorio dei neo laureati e l’avvio di nuove realtà imprenditoriali nel campo del digitale, dell’economia circolare, della bioeconomia, del biomedicale e di tutti gli ambiti connessi con la transizione ecologica ed energetica;

10. CULTURA E CULTURE

La politica culturale del Comune di Parma di questi anni è parsa priva di un progetto organico e autonomo. Si sono susseguiti eventi e manifestazioni estemporanee, spesso promossi e decisi al di fuori dell’assessorato. Anche Parma Capitale della Cultura, ancorché fortemente condizionata dalla pandemia, non ha lasciato niente di significativo e permanente in dote alla città. Di fatto, sotto molti aspetti, è stata un’occasione persa.

Riteniamo che il Comune, in questo come in altri ambiti, debba riappropriarsi della propria autonomia e sviluppare una politica e una programmazione coerente che guardi al medio e al lungo periodo facendo rete con tutte le istituzioni culturali presenti e mettendo in valore le produzioni artistiche e i tanti soggetti che animano la città nel campo delle arti visive, della musica, del cinema, del teatro, della letteratura e della scienza. Le iniziative e i finanziamenti dei privati sono certo meritori e indispensabili, ma devono inserirsi in un progetto complessivo a chiara regia pubblica. Da questo punto di vista va rafforzata la struttura e la capacità progettuale e di coordinamento dell’Assessorato, favorendo il pluralismo e la qualità dell’offerta culturale e una maggiore apertura all’innovazione e alla contemporaneità, con uno sguardo internazionale.

Ruolo del Comune deve essere anche quello di favorire e consentire l’accesso alle risorse, ai servizi e agli spazi pubblici alle realtà artistiche più piccole che non possono contare su fondi pubblici stabili per permettere alle tante idee ed energie che esistono in città di emergere ed aggregarsi, facendo sì che sia riconosciuto il giusto valore al lavoro culturale, anche in termini occupazionali.

Il Comune, attraverso il coinvolgimento delle scuole, dell’Università, dei teatri e delle realtà associative, deve poi farsi promotore della diffusione delle tante Culture di base che sono il fondamento del benessere e della convivenza democratica e civile: la cultura della pace e della legalità, la cultura della scienza e della sostenibilità ambientale, la cultura dei diritti e delle pari opportunità, la cultura della solidarietà e del rispetto delle diversità. Le nostre proposte:

  • Polo museale della Pilotta e grandi mostre: tolta la recentissima mostra sui Farnese, a Parma mancano da troppo tempo e in modo strutturato grandi mostre di richiamo che valorizzino anche il patrimonio storico artistico presente. Serve maggiore coordinamento e sinergia con il Polo museale nazionale della Pilotta che è il complesso monumentale deputato per questo genere di iniziative. La Pilotta stessa deve diventare la porta del turismo culturale in città (petalo 8) da cui si diramano i vari percorsi di visita e dove concentrare i servizi per i visitatori, compresi bagni pubblici decorosi; va restituito alla fruizione della città lo splendido cortile del Guazzatoio;
  • Teatro Regio: va tutelata l’autonomia artistica e gestionale del Teatro e rilanciata la produzione e co-produzione di spettacoli in collaborazione con gli altri teatri nel contesto della L.R. 13/99; le professionalità già presenti e organizzate sul territorio, come ad esempio l’omonimo Coro, devono essere maggiormente valorizzate e tutelate;  va mantenuta l’eccellenza artistica del Festival Verdi e rafforzata la sua proiezione e attrattività internazionale anche come volano del turismo culturale per la città e il territorio.
  • Ospedale Vecchio e San Paolo: va dato atto all’amministrazione uscente di essersi impegnata nella riqualificazione di questi grandi complessi monumentali lasciati abbandonati dalle giunte precedenti allo scopo di favorirne la privatizzazione. Manca però un’idea convincente e chiara su cosa farne.  Riteniamo che la crociera dell’Ospedale Vecchio, con i suoi volumi, si presti come contenitore di esposizioni e mostre temporanee legate alla contemporaneità, mentre per il complesso monastico di San Paolo, al posto di fumosi progetti sulle eccellenze dell’agroalimentare che poco si confanno al luogo, si debba pensare ad un moderno museo multimediale, con rimandi a percorsi di visita, sulla storia delle trasformazioni urbane, sociali, industriali e paesaggistiche di Parma e del suo territorio, rafforzando così l’offerta museale già presente con la Camera del Correggio e la Pinacoteca Stuard;
  • Abbazia di Paradigna: in stretto raccordo con l’Università che ne detiene la gestione, va reso stabilmente accessibile il complesso badiale e le esposizioni presenti, valorizzando l’archivio dello CSAC con l’organizzazione di mostre ed eventi; per renderlo più fruibile dalla città va garantito servizio autobus e realizzato un percorso ciclabile che potrà connettersi con la prevista fermata ferroviaria nel quartiere SPIP e con la ciclovia Ti-Bre dolce in modo da raggiungere anche la Reggia Ducale di Colorno sulle tracce di Stendhal;
  • Teatri: va maggiormente valorizzato il contributo culturale e formativo del teatro e il suo ruolo fondamentale di coesione sociale; dopo anni molto pesanti causa l’emergenza sanitaria, il Comune deve saper tutelare e sostenere le realtà teatrali esistenti e garantire un coordinamento delle programmazioni cercando di stimolare sinergie tra le stesse, in un giusto equilibrio tra eventi significativi e progettualità costante sul e per il territorio da disseminare nei vari quartieri della città mantenendo sempre alta la qualità delle proposte; va promosso un Festival Internazionale di Teatro, occasione per creare un coordinamento tra le varie realtà ognuno secondo i propri ambiti e le specifiche competenze.
  • Arti audiovisive: oltre alla positiva esperienza dell’Officina delle arti audiovisive vanno valorizzate le tante realtà di produzione cinematografica presenti a Parma organizzando stabili rassegne e festival tematici, nelle sale d’essai e all’aperto, anche come occasioni di socialità nei quartieri.
  • Una biblioteca per quartiere: occorre consolidare ed estendere l’attuale rete di biblioteche comunali prevedendo una in ogni quartiere per farne motori di rigenerazione urbana e luoghi polifunzionali di conoscenza, di scambio inter-culturale e di aggregazione sociale; su questo fronte va portato a compimento la realizzazione della nuova sede della Biblioteca di Alice e avviati nuovi progetti a partire dal quartiere San Leonardo; per le biblioteche centrali maggiormente frequentate dagli studenti va prolungato l’orario di apertura serale; bisogna poi tornare ad investire sull’archivio comunale, da troppi anni trascurato, trovando una collocazione più idonea, rafforzando il personale specializzato e portando a compimento la digitalizzazione degli inventari;
  • Cultura diffusa: in coerenza con i propri obiettivi in tema di ambiente, di salute, di sociale, di sicurezza il Comune, attraverso le scuole e facendo rete con il ricco tessuto associativo, deve promuovere una cultura e un senso civico diffuso come fondamento di benessere, di convivenza e di coesione sociale. Vanno inoltre promossi e sostenuti concerti musicali, rassegne e spettacoli nelle piazze dei quartieri.
  • Biodiversità culturale e integrazione: a Parma vi sono oltre 30.000 stranieri residenti, il 16% della popolazione; la diversità delle culture presenti rappresenta una ricchezza non adeguatamente riconosciuta e valorizzata. Vanno promossi luoghi, occasioni ed eventi di confronto e di scambio interculturale e interreligioso come veicolo di integrazione e di crescita culturale che aiuti a superare pregiudizi e diffidenze e ad avere uno sguardo più aperto e consapevole sul mondo, con particolare attenzione ai nuovi italiani e allo sviluppo di una cittadinanza veramente compiuta;

Festival dello sviluppo sostenibile: al di fuori del Festival Verdi, Parma, a differenza di molte altre città, non ha un Festival culturale di richiamo nazionale che la caratterizza. In linea con l’obiettivo assunto a livello europeo per una città carbon neutral al 2030, il Comune, insieme all’Università, ai teatri e ai diversi attori culturali deve sostenere e rafforzare il Festival dello Sviluppo Sostenibile facendone uno strumento di diffusione della cultura della sostenibilità, legando la scienza all’arte. Va inoltre riproposta la candidatura a Capitale Verde Europea;

11. LEGALITA’ E SICUREZZE

Si tende ad associare il concetto di (in)sicurezza ai reati contro le persone e le cose, ai fenomeni di microcriminalità e di spaccio. Di recente, causa anche il forzato isolamento della pandemia, si è accentuato il fenomeno del bullismo tra gli adolescenti e delle baby gang, con furti e manifestazioni di violenza tra coetanei. Parma non è immune nemmeno dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, come testimoniano le vicende giudiziarie di questi mesi e l’alta circolazione di droga.

E’ indubbio che il Comune, insieme alle forze dell’ordine, debba impegnarsi affinché sia assicurata la legalità e garantita la sicurezza e la tranquillità dei cittadini rispetto alle legittime paure e preoccupazioni che suscitano questi fenomeni, soprattutto tra la popolazione anziana che spesso è anche bersaglio di frodi.

L’azione del Comune non può però limitarsi ai meri interventi di controllo, sanzione e repressione. Occorre intervenire anche sul piano del presidio sociale e della prevenzione, creando e sviluppando in modo sinergico ed integrato le politiche esposte nei precedenti petali: la rigenerazione urbana, la lotta al degrado, la difesa del piccolo commercio, l’inclusione sociale, l’educazione scolastica, lo sport, la cultura. Le paure e l’insicurezza nascono infatti anche dall’isolamento e dall’emarginazione, dal restare chiusi in casa o nelle proprie auto, dal non avere sostegni, dalla desertificazione e dal degrado degli spazi urbani. Una città viva, frequentata e vissuta in cui ci si relaziona e si costruiscono legami di comunità è una città più sicura.

Ma la sicurezza delle persone non riguarda solo i reati che si consumano nello spazio pubblico. La gran parte dei fenomeni di violenza avvengono tra le mura domestiche e riguardano soprattutto le donne, con esiti troppo spesso fatali. Occorre su questo fronte un rinnovato impegnato nel monitoraggio, nell’ascolto e nell’assistenza e nella promozione della cultura del rispetto e della parità di genere a partire dalle scuole.

Esistono però anche altre forme di sicurezze, altrettanto importanti, che riguardano l’incolumità delle persone e la qualità della loro vita. C’è la sicurezza sanitaria, la cui importanza e complessità abbiamo toccato con mano con la pandemia. La sicurezza stradale, in una città dove continuano a registrarsi incidenti anche mortali che riguardano ciclisti e pedoni. La sicurezza sul lavoro e del lavoro. La sicurezza della casa, che ancora non è garantita a migliaia di famiglie. E la sicurezza da terremoti, alluvioni ed eventi climatici sempre più frequenti ed intensi, come ci ricorda la piena del Baganza del 2014.

Il Comune deve sapere concorrere, nell’ambito delle proprie funzioni e in coordinamento con tutte le altre istituzioni coinvolte, affinché ognuna di queste sicurezze sia il più possibile garantita ai propri cittadini. Di seguito si riportano proposte che si integrano con quelle di altri petali che contribuiscono alla tutela delle diverse sicurezze.

  • La municipale in città: la polizia municipale va riportata in città trasferendo la sede di Via del Taglio, oggi isolata e non facilmente raggiungibile con mezzi pubblici, in altro luogo più centrale ed accessibile come, ad esempio, gli ex magazzini TEP che dispongono anche degli spazi per la rimessa dei mezzi e che già in passato hanno ospitato gli uffici amministrativi. Vanno potenziati, negli orari e nella presenza, i presìdi mobili e fissi di quartiere trovando, per questi ultimi, collocazione nei centri servizi decentrati come le case della salute o le case di quartiere. Ruolo dell’agente di polizia municipale non deve essere solo di controllo e sanzione, ma di ascolto, mediazione, vigilanza, rilevamento preventivo delle criticità in stretto coordinamento con gli operatori dei servizi sociali; a questo scopo vanno previsti adeguati percorsi formativi
  • Osservatorio sulle mafie: il migliore alleato delle mafie è il silenzio. Di mafia bisogna dunque parlare, tanto più che è un fenomeno criminale che esiste anche a Parma. Per questo bisogna ridare vita all’Osservatorio Antimafia del Comune, di fatto abbandonato, in stretta collaborazione con l’Osservatorio permanente della legalità dell’Ateneo e con associazioni come Libera;
  • Cultura e rispetto della legalità: va promossa la cultura ed il rispetto della legalità in tutte le sue forme. Il Comune deve intervenire sull’evasione fiscale, da cui può recuperare gettito, e sugli affitti in nero, che nascondono spesso situazioni di sfruttamento e di speculazione in particolare dei migranti;
  • Stop alla violenza sulle donne: va rafforzata l’azione del Comune all’interno della rete territoriale di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e domestica in coordinamento con il Centro Antiviolenza, l’AUSL e associazioni del territorio che si occupano del femminile. Il Comune deve poi promuovere, a tutti i livelli, partendo dalle scuole, il cambiamento culturale necessario a superare le discriminazioni e a stabilire il rispetto di genere e a sradicare la violenza sulle donne;
  • Tuteliamo gli anziani dalle frodi: gli anziani, in particolari quelli più soli ed isolati, sono spesso vittima di frodi che avvengono sia in strada, che nella propria casa attraverso il telefono o anche porta a porta; oltre a promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione va attivato un servizio di segnalazione e assistenza, coinvolgendo anche gli amministratori condominiali;
  • Sport contro bullismo: come già richiamato nel petalo 7, lo sport gioca un ruolo fondamentale per prevenire i fenomeni di bullismo e di violenza adolescenziale e gli operatori delle associazioni sportive possono diventare le prime sentinelle dei casi a maggiore rischio. Per questo il Comune deve fare da connettore con le associazioni sportive mettendole in relazione con le scuole, i servizi sociali e l’AUSL e garantendo adeguata formazione per gli allenatori;
  • Protezione civile – Io non rischio: Occorre promuovere una campagna formativa e informativa della popolazione, comprese le Comunità straniere, sulla conoscenza dei rischi e sui corretti comportamenti da assumere in caso di emergenza attraverso incontri periodici nelle scuole, nei quartieri e nelle frazioni; vanno installati i cartelli di segnalazione delle aree di attesa per la popolazione e individuati e nominati dei referenti di frazione di protezione civile; il sito web comunale, ancorché ricco di informazioni, va rivisto per renderlo più fruibile al cittadino;
  • Sicurezza idraulica: l’estesa cementificazione degli ultimi decenni e l’incremento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni estremi di precipitazione, mettono la città a rischio di allagamenti e inondazioni; va monitorato l’andamento dei lavori della cassa di espansione del Baganza, affinché siano rispettati i tempi di consegna e attuati interventi per ridare spazio ai torrenti e ai corsi d’acqua minori (petalo 5); in raccordo con il Consorzio di Bonifica Parmense bisogna reperire le risorse per dare attuazione agli interventi e alle casse di laminazione del reticolo idrico minore previsti dal Regolamento di gestione del rischio idraulico;
  • Sicurezza sanitaria: nelle sue funzioni di presidio e guida della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria, il Comune (petalo 6) deve sollecitare e promuovere un maggiore impegno di risorse e personale per la medicina preventiva e territoriale;

12. PARMA CITTA’ PER I GIOVANI

Per quanto la popolazione residente stia progressivamente invecchiando, Parma, grazie alla presenza dell’Università che conta quasi 30.000 studenti iscritti, è anche una città di giovani. Ma per molti aspetti non è una città per i giovani. A fronte di un costo della vita, degli affitti e dei servizi più elevato che in altre città universitarie, non vi è un’offerta adeguata di mense, residenze per studenti e co-housing.

E’ nota la carenza di spazi di studio rispetto alla domanda: quelli che ci sono, in particolare le biblioteche comunali (petalo 9), non sono aperti in orario serale. Identico problema di limitazione di orario serale e festivo si è riscontrato a lungo per gli autobus, solo di recente prolungato seppure con frequenza ridotta. Non è ancora stata trovata una soluzione per realizzare una ciclabile che colleghi la Stazione al Campus in modo continuo e in sede propria.

Mancano inoltre nei quartieri spazi di aggregazione, di socialità e di svago, luoghi dove i ragazzi possano trovarsi liberamente per studiare e sviluppare la loro creatività. Il servizio offerto dai centri giovani non si è dimostrato sufficiente, come testimoniato anche dal basso dato relativo alle frequentazioni. Le dotazioni di impianti sportivi fruibili liberamente all’aperto risultano carenti e limitate solo ad alcuni luoghi e parchi (ex. Cittadella), a differenza di quanto avviene in altre città europee.    

Appare insufficiente anche l’offerta di servizi per chi, conclusi gli studi, intende cimentarsi nell’avvio di una propria attività o professione: spazi di co-working, incubatori di impresa, laboratori artigianali e artistici. In generale non esiste una politica comunale integrata che si faccia carico in modo specifico dei problemi e delle esigenze dei giovani, sia nel periodo di studio che dell’accompagnamento al lavoro. Serve da questo punto di vista un più forte impegno dell’amministrazione comunale, in stretta sinergia con le scuole e l’Università, prevedendo uno strutturale coinvolgimento dei giovani nella definizione dei fabbisogni e degli interventi.

Le proposte che seguono integrano quelle già formulate in altri petali relativi alla rigenerazione urbana, alla mobilità, allo sport, all’inclusione sociale, alla cultura:

  • Residenze per studenti e giovani lavoratori: oltre ad un potenziamento della dotazione di residenze per studenti e ad interventi convenzionali di calmieramento dei prezzi degli affitti, vanno promossi fondi di garanzia e forme di co-housing per giovani coppie e giovani lavoratori in edifici a consumi energetici zero. L’Italia è infatti la nazione in Europa in cui i figli vivono più a lungo con i genitori a causa di tanti fattori, tra cui il costo dell’abitazione e la precarietà del lavoro che spesso caratterizza i primi anni di vita professionale;
  • Co-working e sostegno all’avvio di attività: vanno creati ulteriori centri di co-working, con laboratori dell’innovazione e servizi di accompagnamento all’avvio di imprese, in area da rigenerare (ad esempio ex Scalo Merci – petalo 2); va agevolato e favorito l’insediamento di nuove attività commerciali e artigianali gestite da giovani fornendo incentivi temporanei per l’utilizzo di negozi sfitti e locali inutilizzati;
  • Un centro per i giovani in ogni quartiere: potenziamento e qualificazione dei centri giovani con creazione in ogni quartiere, in sinergia con altri servizi comunali (ex.: Biblioteche; Sale civiche; Centri per le famiglie; Consultori) di spazi di aggregazione, sale per prove musicali, laboratori artistici da affidare in co-gestione ad associazioni e agli stessi ragazzi
  • Servizi anche alla sera: va mantenuto e consolidato il nuovo orario serale degli autobus aumentando per quanto possibile le frequenze; vanno prolungati gli orari di apertura serale delle biblioteche comunali centrali, maggiormente frequentate da studenti
  • Wi-Fi pubblico: realizzazione di una rete Wi-Fi funzionante ed alta velocità in tutte le biblioteche comunali della città, nelle zone del centro, nei centri e nei luoghi di ritrovo e di aggregazione dei giovani
  • YoungER Card: promozione e diffusione della YoungEr Card non solo per quanto riguarda sconti per la fruizione di servizi culturali e sportivi e convenzioni con gli esercizi commerciali, che pure sono da ampliare, ma anche come canale di comunicazione personale tra i giovani e l’amministrazione comunale;