Europa Verde sempre presente in piazza, a fianco di associazioni, altre forze politiche, gruppi e singoli cittadini. Anche oggi 9 settembre non siamo mancati. Ecco il testo dell’intervento della co-portavoce Sara Fallini.  

Dall’inizio del 2021 Europa Verde ha partecipato a tutte le manifestazioni nocargo, ha portato il problema al parlamento europeo, più volte in consiglio regionale e comunale e oggi, ancora una volta, è al fianco dei cittadini di Parma che denunciano i rischi gravissimi connessi all’allungamento della pista del Verdi…

Perché?

Perché pensiamo che la politica debba avere un ruolo determinante nel migliorare la ormai tremenda qualità dell’aria delle nostre città, nel ridurre in modo significativo le emissioni di CO2, nel fermare finanziamenti pubblici di progetti irresponsabili e dannosi per la cittadinanza.

Perché non c’è più tempo per le vie di mezzo e non è più accettabile lo scollamento tra dichiarazioni di attenzione alla salute nostra e dell’ambiente e scelte politiche che troppo spesso vanno nella direzione opposta grazie a leggi piene di deroghe.

Perché non è possibile che i cittadini siano lasciati così soli di fronte alle ingiustizie ambientali, costretti a vigilare, a diventare sospettosi, a riunirsi in comitati, a investire enormi energie per cercare di mostrare alle classi dirigenti la strada che il 99,99% degli scienziati ormai in modo unanime indicano.

Quattro parole riassumono le ragioni per cui i cittadini di Parma dicono no all’allungamento della pista. Queste parole sono: cargo, inquinamento, consumo di suolo e sviluppo del territorio.

Non c’è dubbio. Al Verdi l’allungamento della pista serve solo per consentire il traffico di aerei cargo, più grossi, spesso notturni, prima di tutto molto più rumorosi, un inquinamento, quello acustico, tremendo e spesso trascurato.

Ma la cosa più pericolosa è che una pista più lunga, anche solo di quei 400 metri, oltre alla enorme impermeabilizzione di suolo, renderebbe immediatamente l’aeroporto, Parma e il suo territorio preda appetitosa degli interessi e dei traffici connessi a una delle attività che impattano di più sul consumo di suolo, socialmente ed economicamente più ingiuste che ci siano oggi nel nostro paese: la logistica.
Vari poli logistici stanno già ai blocchi di partenza nella food valley e altri capannoni di cemento sorgerebbero come funghetti ovunque, perché, a quel punto, come dire no al business mordi e fuggi?

E’ questo lo sviluppo che vogliamo per il nostro fertile territorio?

In una delle città più inquinate d’Europa, cartellino rosso d’inverno per le polveri sottili e d’estate per l’inquinamento da ozono, dovrebbe essere evidente che uno sviluppo dell’aeroporto, a maggior ragione aperto al cargo, non è di interesse pubblico.

Nei giorni in cui il Segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato l’inizio del collasso climatico, dovrebbe essere evidente che un aeroporto cargo in città non se lo può permettere nessuno.

Ma “loro” continuano a chiamarlo un problema degli “ambientalisti” e lo faranno finchè un ambiente… non ci sarà più!

A Parma è in corso una valutazione tecnica, la conferenza dei servizi, che si concluderà tra un mese. Tra un mese esatto anche il consiglio comunale di Parma si esprimerà con un voto sul progetto di sviluppo dell’aeroporto.

Alla luce di quanto detto, se allungare la pista fosse l’unica strada per dare un futuro al nostro aeroporto, chiedo al sindaco, a tutti i consiglieri comunali, ma anche regionali, al presidente Bonaccini e ai nostri concittadini, che senso abbia salvarlo a tutti i costi, salvarlo a costo del nostro futuro.