Intervento al Consiglio comunale del 9/10/2023

La complessità della delibera e della procedura non devono farci perdere di vista l’oggetto principale della votazione, cioè il progetto di ampliamento dell’aeroporto, così come proposto dalla società Sogeap. Un progetto che dopo la commissione consiliare del 15 novembre scorso ha subito una modifica relativa all’allungamento della pista, ma sostanzialmente resta immutato nella sua struttura concepita per consentire un sensibile incremento della funzione cargo: magazzino, piazzali, previsioni di un traffico merci che guarda a notevoli sviluppi futuri. Nessuna nuova struttura viene prevista a supporto del trasporto passeggeri, che paradossalmente dovrà restare al di sotto dei 200mila passeggeri/anno nei due anni successivi al finanziamento, per non violare le norme dell’Unione Europea sugli aiuti di stato. Non è quindi questo il progetto che consentirebbe di raggiungere il milione di passeggeri di cui molto si è parlato, a sproposito, in questo mesi.

Un progetto di cui non si conoscono i benefici e che comporterà molti impatti sulla sicurezza, sul rischio sanitario, sulla viabilità, sulla gestione delle acque e su tanti altri aspetti che riguardano la vita delle persone e dell’ambiente in cui vivono. Senza dimenticare le emissioni di gas climalteranti di cui il trasporto aereo è sempre più responsabile. Ci sono poi ancora molti aspetti fondamentali che restano senza risposta, come i costi relativi agli espropri, alle interferenze ed alle compensazioni e sul soggetto che se ne farà carico.

La posizione di Europa Verde sul progetto non dimentica inoltre il contesto in cui questo viene concepito. Una società, la Sogeap, che ha dimostrato una costante incapacità nella gestione economica dell’aeroporto e il cui principale azionista, l’Unione Parmense degli Industriali, da decenni promuove opere fallimentari come l’aborto infrastrutturale dell’autostrada Ti-Bre, che purtroppo ha ferito profondamente una parte consistente della nostra pianura o la diga sul Baganza ad Armorano, un’idea avulsa da qualsiasi strumento di pianificazione, che speriamo proprio non sia mai realizzata. Un contesto che comprende anche l’informazione: un’informazione gestita a senso unico, in modo propagandistico e censoria di qualsiasi opinione diversa, da una Gazzetta di Parma che da giornale sta diventando sempre più simile ad un ufficio stampe dell’UPI. Lo dico affermando tutta la solidarietà ai giornalisti sui quali vengono scaricati i costi di una gestione sbagliata da parte della proprietà. Oggi Europa Verde vota anche contro questo sistema di potere, che ha condizionato molte scelte sbagliate a Parma.

Non ci è sfuggito che la maggioranza in Consiglio comunale e la Giunta hanno dimostrato di volere ristabilire un rapporto corretto con questo sistema e ha assunto alcune iniziative importanti e significative in questo senso: la cancellazione dei fondi precedentemente destinati alla sistemazione della viabilità, la richiesta di cambiare in modo sostanziale il progetto ed il comunicato di luglio che bocciava il Masterplan.

Oggi possiamo concludere insieme in modo logico e conseguente quel percorso con un no a questa delibera. Per farlo è necessario avere piena consapevolezza del nostro ruolo ed evitare che questa consapevolezza si perda nel labirinto di complicazioni procedurali. Le procedure servono ai consiglieri per portare qui la volontà degli elettori e non per piegarla a condizioni stabilite altrove.

Cerco di essere più chiaro. Non c’è scritto da nessuna parte che in caso di dissenso, se motivato e superabile, un comune possa essere escluso da una conferenza dei servizi. Il Comune di Parma non sarà mai escluso dall’accordo territoriale, dove potrà portare le sue prescrizioni, in quanto questo è stabilito da un provvedimento della Valutazione di Impatto Ambientale. E non è scritto da nessuna parte che il Comune cesserà di essere un ente territoriale, se darà un parere negativo.

Il sindaco ha dichiarato che la delibera, con questo assenso condizionato, consente a Parma di restare nella partita. Votare contro questa delibera non solo ci consente ugualmente di stare in quella partita, ma di starci con la maglia della maggioranza degli elettori e non con quella degli avversari.