Depositate da Europa Verde tre interrogazioni a livello regionale, parlamentare ed europeo su rispetto norme aiuti di stato e termini di scadenza della convenzione
Il verbale della Conferenza dei Servizi che il 12 ottobre scorso ha approvato il Piano di Sviluppo dell’Aeroporto di Parma ha il pregio di mettere in chiaro che i voli cargo si faranno e si faranno con aerei dedicati. Il principio di contrarietà ai cargo e la richiesta di utilizzare aerei passeggeri per il trasporto delle merci, con cui la maggioranza del Consiglio comunale di Parma pensava di lavarsi la coscienza rispetto all’assenso al progetto, non hanno alcun valore prescrittivo, come Europa Verde ha sempre evidenziato.
Nel verbale, So.Ge.A.P. fa infatti presente che “l’oggetto della Conferenza è l’approvazione di un Master Plan nel quale sono indicati determinati numeri – circa 22.000 tonnellate di merci e circa 4.500 movimenti aerei – […] che hanno ottenuto un decreto di VIA favorevole“. So.Ge.A.P. prende l’impegno “di valutare il trasporto misto merci passeggeri, ma non può dichiarare di non effettuare i voli previsti nel Master Plan e positivamente valutati nel decreto VIA“.
Con l’acquisto da parte di investitori stranieri del 51% delle quote di So.Ge.A.P., anche questa un’operazione ampiamente prevista e annunciata da Europa Verde con buona pace della tanto sbandierata parmigianità della società, le finte prescrizioni contenute nella delibera del Consiglio comunale si riveleranno per quello che sono: parole scritte sull’acqua. La maggioranza, consapevole o meno, con il suo assenso condizionato al nulla ha di fatto aperto la porta alla trasformazione di Parma in cargo city.
Si poteva evitare e mantenere fede alle promesse elettorali? Certamente. Bastava seguire l’esempio del Comune di Bergamo che in un’analoga Conferenza dei Servizi ha avuto il coraggio e la capacità di votare contro al master plan presentato da ENAC e dalla società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio, decretandone il rigetto.
Come Europa Verde non ci rassegniamo però a vedere trasformata la città e la food valley in un grigio e inquinante polo logistico con le strade intasate di camion e il territorio tappezzato di capannoni e piazzali di cemento. Ci sono elementi per ritenere che il finanziamento statale di 12 milioni di euro per l’allungamento della pista potrebbe violare le norme europee in materia di aiuti di stato e superare i termini di scadenza della concessione riportati nella convenzione tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ENAC e So.Ge.A.P. Per questo motivo, in raccordo con i vari livelli della federazione dei Verdi, abbiamo fatto depositare tre interrogazioni all’assemblea legislativa regionale, alla Camera dei deputati e al Parlamento Europeo. La partita non è ancora chiusa.