2. RIGENERAZIONE URBANA E CURA DELLO SPAZIO PUBBLICO

IL PROGRAMMA

2. RIGENERAZIONE URBANA E CURA DELLO SPAZIO PUBBLICO

La stagione del debito, del cemento, del consumo di suolo senza freni, della bulimia di centri commerciali ha lasciato una pesante eredità di aree urbanizzate e strutture incompiute o abbandonate, sia nelle zone centrali che in periferia. Molte di queste aree sono di proprietà del Comune o di sue partecipate, solo per citarne alcune: l’ex mercato bestiame; l’ex scalo merci, il parcheggio multipiano di Via Colorno, il teatro dei dialetti, i depositi Tep.

L’amministrazione uscente, in dieci anni, salvo alcuni interventi isolati, non ha saputo sviluppare un progetto organico per avviare il recupero e ridare funzioni a queste strutture lasciando che nel tempo crescesse solo il degrado. Anzi ne ha aggiunta perfino un’altra: l’enorme mall di Baganzola, sequestrato da ormai 4 anni dalla Magistratura.

In generale si è inoltre assistito ad un progressivo scadimento della qualità e della cura degli spazi pubblici, delle aree verdi e dei loro arredi, nei quartieri come pure nelle zone artigianali e produttive, con scarsa attenzione alla manutenzione e alla accessibilità per le persone diversamente abili.

La prossima amministrazione dovrà sviluppare un piano integrato di rigenerazione urbana, a saldo zero di consumo di suolo, che individui nuove funzioni per le aree dismesse e le strutture abbandonate, compresa la riconversione a verde, e ne avvii il recupero, con il coinvolgimento anche di investitori privati, dentro un quadro di forte regia pubblica che garantisca: la partecipazione dei cittadini nelle scelte, il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Un piano che dovrà quindi tenere conto ed integrare le diverse politiche dell’amministrazione, da quelle per la mobilità, per la casa, per il sociale, per il commercio, per l’ambiente, per l’energia e il clima.  

La rigenerazione urbana e la riqualificazione degli spazi pubblici contribuiscono inoltre a contrastare il degrado, a produrre bellezza e a migliorare la sicurezza e la vivibilità dei quartieri. Le proposte:

  • Masterplan per le aree dismesse pubbliche: Redazione di un master-plan per il recupero delle aree dismesse di proprietà pubblica individuando funzioni e vocazioni adeguate. Si propone in particolare:

ex depositi TEP: trasferimento nella palazzina uffici della sede della Polizia Municipale, ora in Via del Taglio; creazione nei padiglioni di un mercato alimentare coperto permanente sull’esempio del Time Out Market di Lisbona;

ex scalo merci: officina del lavoro con spazi di co-working, incubatore di start-up, laboratori e sale riunioni e convegni accessibili direttamente dalla stazione sul modello delle Officine Reggiane

parcheggio multipiano di Via Colorno: abbattimento della struttura e creazione di parco urbano come porta di ingresso per la città e l’area SPIP;

ex mercato bestiame: risanamento con rimozione coperture in amianto, recupero parziale a verde e destinazione per infrastruttura sportiva polivalente con servizi e commerci;

San Luca degli eremitani: avviare un concorso di idee, coinvolgendo anche l’Università, per la riqualificazione del complesso e dell’area verde retrostante;

Romanini-Stuard: recupero per usi plurimi di co-housing e residenze per anziani parzialmente autosufficienti e di studentato, anche per creare scambi e rapporti intergenerazionali;

Padiglioni ex Fiere: riattivazione delle aule universitarie e utilizzo per attività congressuali;

  • SPIP: Realizzare, con il coinvolgimento delle imprese insediate, un Piano particolareggiato per la riqualificazione delle pertinenze dell’area (strade, aree verdi, marciapiedi, servizi) e la gestione integrata delle manutenzioni e dei servizi puntando a farne un’area produttiva ecologicamente attrezzata e climaticamente neutra al 2030;
  • Saldo zero di consumo di suolo: vincolare l’insediamento di nuove funzioni produttive o di servizi al riuso o recupero di aree già urbanizzate e realizzare un catasto on-line di tutte le aree e strutture dismesse, sia pubbliche che private, che possono essere recuperate ovvero essere oggetto di interventi di de-impermeabilizzazione per la piena attuazione dell’obiettivo del saldo zero di consumo di suolo previsto dalla L.R. n. 24/2017; da questo punto di vista va annullata la modifica al Regolamento Urbanistico che ha tolto il vincolo della visuale libera consentendo interventi di densificazione edilizia nel tessuto urbano esistente che riducono le superfici a verde e aumentano le superfici impermeabilizzate;
  • Stadio Tardini: rivedere il progetto, riducendo il periodo di concessione dell’area, dando priorità alla riqualificazione dello stadio esistente. In caso di dimostrata sostenibilità economica di un intervento di demolizione e ricostruzione, valutare sotto il profilo ambientale, trasportistico e sociale, alternative localizzative in aree dismesse di proprietà pubblica, come l’ex mercato bestiame, e la conversione dell’area Tardini a spazio verde con impianti sportivi accessibili alla cittadinanza;
  • Stazione: rivitalizzare il piazzale e l’area circostante puntando a farla diventare un luogo, non di mero transito, ma di incontro per i giovani e di servizi per i tanti utenti pendolari, favorendo e completando l’insediamento di esercizi commerciali, di ristoranti e bar con terrazze all’aperto e reinstallando le panchine tolte dall’amministrazione uscente;
  • Piazza Ghiaia: rilanciare l’area, un tempo cuore pulsante della città, prevedendo, in accordo con il concessionario, un mercato agroalimentare bi-settimanale (promesso e mai attuato dall’amministrazione) e attività culturali ed espositive, valutando anche la rimozione e la sostituzione dell’attuale copertura;
  • Territorio rurale: revisione del regolamento urbanistico edilizio per i fabbricati connessi all’attività agricola al fine di evitare interventi dispersi, staccati dal centro aziendale, e di favorire il rinnovo delle strutture esistenti di scarsa qualità edilizia e paesaggistica e l’adozione di tipologie costruttive adattate al paesaggio rurale;
  • Piazze e aree verdi dei quartieri: avviare un progetto di riqualificazione delle piazze e delle aree verdi dei quartieri attraverso la de-impermabilizzazione, dove possibile, delle zone asfaltate, l’incremento della dotazione di verde e dell’ombreggiatura, la sostituzione con tipologie uniformi degli arredi e degli spazi gioco per bambini, l’inserimento di servizi igienici decorosi, il miglioramento dell’accessibilità e dell’illuminazione;
  • Parchi storico-monumentali: sviluppare un piano e regolamento specifico per la manutenzione, valorizzazione, cura e utilizzo del Parco Ducale e del Parco della Cittadella, nelle loro componenti di aree verdi di valore naturalistico e di spazi storico-monumentali, evitando il ripetersi di scempi come l’utilizzo a parcheggio per la Mille Miglia o di concerti ad alto tasso di decibel;

Pilotta porta turistica della città: con le sue collezioni, i suoi tesori, la sua collocazione strategica, i suoi cortili e locali monumentali la Pilotta è la porta naturale alla città storica. Serve un progetto condiviso con Polo Museale, Università, Soprintendenza per farne il luogo dove concentrare tutti i servizi per i visitatori che arrivano in città in treno, pullman, auto, bicicletta e il nodo da cui si dipartono tutti i percorsi di visita per la città e per il territorio (petalo 9);